Per il prezzo del latte in Piemonte si continuerà ad utilizzare l'indicizzazione, seppure con qualche “aggiustamento”, anche per la prossima campagna lattiero casearia. E' quanto stabilisce l'accordo siglato fra rappresentanze degli allevatori e alcune fra le principali industrie del latte della Regione. Un accordo “sofferto”, raggiunto anche grazie alla mediazione dell'assessore regionale all'Agricoltura, Claudio Sacchetto, e arrivato dopo una lunga e non semplice trattativa. Colpa da una parte della fase di debolezza del mercato del latte, che a livello internazionale sconta prezzi in flessione, e dell'aumento dei costi di produzione che erode i margini degli allevatori.

 

Piemonte all'avanguardia

L'indicizzazione, progetto del quale si parla da anni, ma che solo il Piemonte ha adottato, prevede che il prezzo del latte sia definito da un “paniere” nel quale rientrano numerosi parametri, come i costi di produzione sostenuti dagli allevatori, quelli per la trasformazione del latte stesso, l'andamento dei mercati dei formaggi e del latte, e altri ancora. In base a questi parametri il prezzo del latte si ferma, nel mese di maggio, a soli 37 centesimi al litro. Decisamente poco se si tiene conto dell'aumento dei costi di produzione, molto se si considera l'andamento del prezzo su alcuni mercati internazionali, crollato sotto quota 30 centesimi come in Francia e in altri paesi nostri abituali fornitori di latte.

 

Limitare le oscillazioni

Sì allora all'indicizzazione, ma con qualche aggiustamento che riduca le oscillazioni verso il basso o verso l'alto che penalizzano ora gli allevatori, ora le industrie. Il nuovo accordo prevede così l'introduzione di un nuovo sistema di equilibrio suggerito da Daniele Rama, dell'Università di Piacenza che da tempo conduce su questo argomento approfonditi studi. Insoddisfazione per il prezzo, ma compiacimento per essere riusciti a mantenere in piedi il sistema di indicizzazione è stata espressa da Paolo Odetti e Tonino Gai, allevatori e dirigenti Coldiretti che hanno partecipato alle trattative. Considerazioni analoghe sono quelle provenienti da Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte e da Lodovico Actis Perinetto, presidente di Cia Piemontese.

 

Qualche riserva

Dunque un sì all'indicizzazione, ma con qualche riserva sulla sua rispondenza alle esigenze del settore caseario, come ha voluto evidenziare Inalpi, significativa realtà piemontese del mondo del latte, che ha fatto mancare la sua firma all'accordo. Ma non è una “bocciatura” senza appello. Si vedrà come il nuovo modello di indicizzazione risponderà alle esigenze del settore. L'appuntamento è per il prossimo 10 settembre, data nella quale il “tavolo tecnico” incaricato di monitorare l'indice si riunirà per verificarne i risultati.