Finalmente un segno più davanti alle quotazioni dei suini grassi, quelli destinati a produrre cosce per la filiera dei prosciutti e dei salumi Dop. Non succedeva da tempo. Merito, forse, delle nuove regole che si è dato il Cun (Commissione unica nazionale dei suini da macello) ad inizio agosto, tese a superare le divisioni fra allevatori e industrie di trasformazione. Ma a guidare la ripresa, se di ripresa si può parlare, è il calo delle macellazioni rispetto a 12 mesi fa, un calo puntualmente registrato dal Crefis, il centro ricerche economiche sulle filiere suine dell'Università di Piacenza. Rispetto ad un anno fa le macellazioni complessive di suini hanno fatto registrare in Italia un meno 3,9%. Si riduce di conseguenza anche il numero dei capi macellati che scende del 3,1% (i dati si riferiscono a maggio 2011 rispetto al maggio 2010). E in calo è anche il comparto dei suini pesanti, che nello stesso periodo perdono in quanto a macellazioni l'1,9%. Assai più significativo il calo delle macellazioni dei magroni, che in 12 mesi hanno perso un 50%, anche se la tendenza è ora per una ripresa.

 

Cresce il suino pesante

Intanto le quotazioni definite dalla Cun per le cosce fresche destinate alla produzione di prodotti tipici presentano in agosto prezzi di 3,995 euro al kg per la categoria pesante (+1,1% rispetto al mese precedente) e di 3,718 euro al kg per per la categoria più leggera, che cresce del 2% rispetto al mese di luglio. Crescono in agosto anche le quotazioni dei suini pesanti, che arrivano a quota 1,499 euro al chilo, con un bel 5,2% in più rispetto al mese di luglio. Il confronto con appena dodici mesi è significativo, più 14,9%. A conferma della preferenza per il prodotto di qualità, è il contemporaneo calo delle quotazioni per le cosce fresche destinate alle produzioni non tipiche, i tanti prosciutti “anonimi” che hanno sin qui contributo ad affollare il mercato.

 

E adesso?

Dunque la crisi è finita? Presto per dirlo anche se ancora una volta si ha la conferma che le motivazioni della crisi erano (e sono) in gran parte legate all'eccesso di offerta. Un motivo in più perché la filiera possa darsi strumenti adeguati per indirizzare la produzione, equilibrando per quanto possibile l'offerta alla domanda. Ma dopo aver fatto i conti in casa nostra occorre guardare con attenzione come si muove la produzione suinicola negli altri paesi. Nella Ue, informa il Crefis, il prezzo dei suini è più alto rispetto al 2010 e a guidare la classifica dei maggiori aumenti è la Francia, con un più 5,8% per i suini leggeri. Un'occhiata anche Oltreoceano per conoscere l'andamento del mercato Usa, dove si registra un più 7,4% del prezzo delle carcasse rispetto al mese di luglio, che arrivano a toccare una media di 1,651 euro/kg. Niente male, verrebbe da dire.

 

Le tendenze

Mercati della carne suina in tensione, dunque, ma bisogna fare i conti ora con le tendenze della produzione che nella Ue fanno segnare una propensione all'aumento delle macellazioni. Confrontando la situazione produttiva dei 27 paesi della Ue, le macellazioni del mese di maggio 2011 rispetto a quelle dello stesso periodo dell'anno precedente fanno registrare un aumento significativo del 7,4% (+ 23% in Danimarca). Quale sarà l'impatto sul mercato italiano di questi aumenti delle macellazioni a livello europeo è presto per dirlo, ma il timore che possano compromettere la ripresa delle quotazioni è legittimo. Un motivo in più per accelerare quel percorso che vede nei Consorzi di tutela gli strumenti per “governare” la produzione interna di prodotti a marchio Dop e in particolare dei prosciutti, vanto e specializzazione della suinicoltura italiana.