E' entrato in vigore lo scorso 10 luglio 2010, la Legge 4 giugno 2010, n. 96 (Legge Comunitaria 2009) che delega il Governo al recepimento di numerose Direttive europee fra cui quelle relative alla protezione di suini e vitelli.
In particolare, si tratta delle versioni codificate della Direttiva 2008/120/CE del Consiglio, del 18 dicembre 2008, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini e della Direttiva 2008/119/CE del Consiglio, del 18 dicembre 2008, che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli. Le Direttive in questione non prevedono un termine di recepimento, pertanto il Governo è delegato ad adottare i decreti legislativi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, ovvero dal 10 luglio 2010.
La Direttiva 2008/120/CE mette l'accento sulle condizioni di benessere dei suini, che risulta fortemente pregiudicato da forti restrizioni di spazio; al contrario i suini traggono beneficio da un ambiente che corrisponde alle loro esigenze in termini di possibilità di movimento e di comportamento esplorativo. Quando dispongono di libertà di movimento e si trovano in un ambiente complesso, le scrofe preferiscono avere interazioni sociali con gli altri suini. Dovrebbe essere pertanto vietato tenere le scrofe in uno stretto isolamento continuo.
Il mozzamento della coda e la troncatura o la levigatura dei denti possono causare ai suini dolore immediato e a volte prolungato. La castrazione provoca spesso un dolore prolungato, aggravato dall'eventuale lacerazione dei tessuti. Tali pratiche sono quindi nocive al benessere dei suini, soprattutto se eseguite da persone incompetenti e prive di esperienza. Occorre pertanto introdurre norme che garantiscano pratiche migliori. Occorre inoltre garantire un equilibrio tra i vari aspetti in gioco: il benessere, inclusa la salute degli animali, le considerazioni economiche e sociali e l'impatto ambientale.
La Direttiva 2008/119/CE stabilisce le norme minime comuni per la protezione dei vitelli d'allevamento e da ingrasso allo scopo di garantire un razionale sviluppo della produzione.
Il presupposto della Commissione è il dato, scientificamente riconosciuto, che i vitelli abbisognano di condizioni ambientali conformi alle esigenze della specie, la quale tende a raggrupparsi in mandrie. Pertanto, i vitelli dovrebbero essere allevati in gruppo.
Il sistema di alloggiamento dei vitelli, siano essi raggruppati o in box individuali, dovrebbe prevedere sufficiente spazio per consentire un minimo di esercizio fisico, contatti con altri bovini e movimenti normali, sia in piedi che coricati.
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Fonte: @nmvi Oggi