Le forze dell'ordine hanno fatto scattare un piano di contenimento delle manifestazioni annunciate dagli allevatori, che ieri avevano minacciato di invadere Milano con "mille trattori" nell'ambito di una vertenza sulle quote latte

I mezzi degli agricoltori sono stati bloccati sulle strade che portano al capoluogo lombardo, o prima che potessero lasciare le città di origine, anche fuori Lombardia. 

Una trentina di trattori sono stati fatti fermare in provincia di Parma, in provincia di Cremona, a Paullo, alle porte di Milano. La polizia stradale ne ha trattenuti altri 12 provenienti da Bergamo e Brescia, altri dovrebbero essere stati intercettati lungo varie altre direttrici, da Piemonte e Veneto. 

"Con profonda amarezza ma con il dovuto senso di responsabilità che da sempre ci accompagna abbiamo invitato gli allevatori associati alla Copagri a mantenere la calma, così come hanno fatto in questi giorni esprimendo solo civili e legittime rivendicazioni, e a sospendere lo stato di agitazione prima che questo possa degenerare in qualcosa di cui poi tutti potrebbero pentirsi. La palla passa alla politica ed alle istituzioni". Lo ha detto il presidente di Copagri Franco Verrascina in merito all'evoluzione della protesta degli allevatori nel nord Italia.

"Siamo un'organizzazione seria - ha aggiunto Verrascina - e non permetteremo che una protesta composta possa sfociare in problemi anche gravi a danno dei nostri associati e della collettività. Ora la politica, le istituzioni, chi a più riprese ha garantito soluzioni all'annosa questione ed alla grave condizione in cui si trovano gli allevatori, ma anche chi in ambito professionale agricolo s'è elevato a custode della verità ed a giudice: tutti siano altrettanto responsabili e si adoperino per ripristinare equilibrio ed equità. Con questo auspicio ci rendiamo disponibili a riportare la rivendicazione sul piano del dialogo su una questione tutt'altro che chiara, come dimostra l'ulteriore approfondimento dell'amministrazione sul metodo del calcolo delle multe che, di fatto, annulla le precedenti, recentissime, valutazioni dei carabinieri. La cosa ci convince poco - ha concluso Verrascina - così come il fatto che  il 'controllore' possa essere anche il 'controllato'. Confidiamo dunque in effettivi chiarimenti e qualora le nostre ipotesi dovessero coincidere con la realtà, non potranno certo essere solo i funzionari ad essere chiamati in causa dalla giustizia".