Bruxelles lo aveva detto sin dall'inizio. Le carni targate Gran Suino Padano non possono avere
La porta è ancora aperta
Ora si aggiunge la “frenata” sulla Dop che forse poteva essere evitata, sostiene il presidente dei suinicoltori italiani Giandomenico Gusmaroli, utilizzando la denominazione “Suino Pesante”, già nota in commercio. Ma le speranze non sono del tutto sfumate. Il presidente del consorzio Gran Suino Padano, Ugo Sassi, ha infatti dichiarato al quotidiano Italia Oggi che già si sono svolti incontri con i servizi comunitari per comprendere meglio le osservazioni tecniche rivolte nei confronti del disciplinare di produzione e della denominazione. Nel frattempo sono allo studio i correttivi da apportare e che già a settembre saranno sottoposti all'attenzione del tavolo di filiera presso il ministero dell'Agricoltura. Insomma, per la Dop non è detta ancora l'ultima parola. Intanto c'è da registrare il miglioramento, seppure modesto, delle quotazioni dei suini pesanti che nella seconda metà di agosto sono arrivate a quota 1,37 euro per kg di peso vivo. Il merito, forse, è anche del marchio Dop che valorizza le carni di questi animali che dopo aver ceduto i loro cosci al circuito dei prosciutti Dop, possono vantare altri tagli di carne eccellenti, che offrono in più le garanzie dei disciplinari di produzione e il vantaggio di un Made in Italy senza inganni.