“Si tratta di una norma -ha spiegato Muraro- voluta sia dai produttori che dai consumatori, volontà ribadita da tutti nella riunione a Roma. Per noi produttori costituisce una garanzia di trasparenza nei confronti dei consumatori, che hanno il pieno diritto di conoscere la provenienza delle carni avicole che consumano, per poi decidere quali acquistare”.
“Gli avicoltori italiani -ha continuato il presidente dell'Una- godono la fama di produrre pollame di alta qualità. Questa capacità ci è riconosciuta anche in altri Paesi comunitari, dove le carni avicole a marchio italiano hanno conquistato quote interessanti di mercato. D’altra pare - ha concluso Muraro - continuiamo a non comprendere come la Commissione europea giustifichi questa gravissima incongruenza: perché sulle carni di pollame non è legittimo riportare la stessa indicazione di origine che l’Unione Europea ha reso obbligatoria per ogni singolo uovo a partire dal 1° gennaio 2004?”.
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