"Non riusciamo a comprendere la pretesa comunitaria di cancellare l’obbligo italiano di indicare in etichetta il Paese di origine del pollame”. E' quanto dichiara Rita Pasquarelli, Direttore Generale dell’UNA di fronte alla decisione della Commissione Europea di eliminare anche in Italia alcune informazioni contenute nell’etichettature del pollame. “Perché la Commissione europea pretende che l’Italia l’abolisca? – continua Rita Pasquarelli - La vogliono i produttori quanto i consumatori. Questa indicazione è ritenuta dalla stessa Commissione pienamente legittima (anzi, è obbligatoria a livello europeo) per la carne bovina, per le uova, per il pesce e per altri alimenti. Perché per il pollame invece viene ritenuta discriminatoria? La Commissione -conclude la Pasquarelli- dichiara che si può indicare solo nel caso in cui l’assenza di tale informazione può indurre in inganno o confondere il consumatore. E non è questo il caso, a parere della Commissione europea.” “Come fa quindi il consumatore a sapere se quello che sta mangiando è italiano o meno? - conclude il Direttore Generale dell’Unione Nazionale Avicoltura – L’UNA fa appello al Governo italiano affinché si opponga alla decisione comunitaria in tutte le sedi, tenendo conto delle legittime richieste dei produttori e dei consumatori.”