“Dopo 7 mesi di ‘via crucis’ fra settembre 2005 e marzo 2006, l’avicoltura italiana ha mostrato, nel resto dell’anno, segni di ripresa sempre più consistenti che, pur non essendo riusciti complessivamente a volgere in positivo il segno dell’intero 2006, lasciano ben sperare per il presente e il futuro del settore”. Così Aldo Muraro, presidente dell’Unione Nazionale dell’Avicoltura (UNA), la più grande organizzazione italiana di produttori del settore, commenta i dati ufficiali sull’andamento della produzione e dei consumi di carni avicole (pollo, tacchino e faraona) e uova.
Complessivamente, l’anno scorso la produzione di carni avicole è risultata pari a 1.048.800 tonnellate, -6,3% rispetto al 2005, mentre quella di uova ha segnato un lieve aumento (+0,4%) arrivando a 12 miliardi 835 milioni di pezzi. Un po’ più incoraggiante la dinamica dei consumi: gli italiani hanno acquistato, complessivamente, 989.800 tonnellate di carni avicole e 12 miliardi 725 milioni di uova: rispettivamente +2,4% e +0,8% rispetto al 2005. Va però tenuto presente che per le carni avicole i consumi rimangono ancora notevolmente al di sotto (-7,3%) di quelli registrati nel 2004.
Una crisi superata e una fiducia dei consumatori riconquistata, grazie soprattutto all’etichettatura obbligatoria di origine dei prodotti avicoli, introdotta dal ministero della Salute e fortemente appoggiata dall’Una. “Grazie alla rinnovata fiducia del consumatore verso i prodotti avicoli nazionali - ha aggiunto Muraro - gli operatori della filiera avicola guardano al futuro con un prudente ma ancora timoroso sorriso. Sulla base delle cifre disponibili, la produzione di carne di pollame dovrebbe assestarsi quest’anno su valori leggermente superiori a quelli registrati nel 2006, mentre per le uova si prevede una sostanziale stazionarietà".