Con un comunicato sul proprio portale l’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha pubblicato un aggiornamento sulla valutazione della documentazione per il rinnovo dell’approvazione Ue degli insetticidi chlorpyrifos e chlorpyrifos-methyl.

L’informativa è stata richiesta dalla Commissione Ue per via dei preoccupanti risultati degli studi degli effetti del prodotto sulla salute umana, tanto da metterne a serio rischio il rinnovo dell’approvazione. Che questi effetti fossero il tallone di Achille di questi importantissimi mezzi tecnici è noto: la stessa Epa (Agenzia ambientale americana) ne aveva proposto la revoca (o meglio: la cancellazione dei limiti massimi di residuo sulle derrate alimentari) a fine 2015, provvedimento che non è mai entrato in vigore e verrà cancellato da una norma in corso di pubblicazione, emanata in seguito a una riconsiderazione della documentazione disponibile.

Le principali criticità riguardano gli effetti dell’esposizione del fosforganico sullo sviluppo neurologico infantile, evidenziati da studi di laboratorio e indagini epidemiologiche. L’Efsa ha anche segnalato che con le informazioni attualmente disponibili non è possibile fissare delle soglie di esposizione massima sulle quali basare la valutazione del rischio del prodotto negli scenari d’uso proposti. In aggiunta, gli effetti tossicologici evidenziati porterebbero a classificare la sostanza come tossica per la riproduzione di categoria 1b (effetto sullo sviluppo). Questa classificazione, se confermata dall’Echa, consentirebbe solo quegli impieghi che comportassero un’esposizione trascurabile per l’uomo, eventualità poco probabile, visto le dosi e modalità d’uso di questo tipo di prodotti.
 

Forse non tutto è perduto

Le drammatiche conclusioni dell’agenzia di Parma sono basate su risultanze di studi condotti con il chlorpyrifos e sono state estese al derivato chlorpyrifos-methyl per analogia o, per dirla in linguaggio tecnico, read across, “tecnica per predire proprietà di una sostanza usando dati di un’altra sostanza” ed è molto diffusa in ambito Reach.
La tecnica del read across, indispensabile per ridurre gli studi sui vertebrati, raggruppa sostanze in base alla loro similarità strutturale e permette di estendere la rappresentatività di studi condotti con una sostanza agli altri componenti del gruppo. Più è semplice lo studio per il quale si invoca il read across e tanto maggiore sarà la possibilità di estrapolarne il risultato a sostanze con struttura chimica simile. Indubbiamente esistono delle spiccate analogie tra chlorpyrifos e chlorpyrifos-methyl, anche se gli studi di cui si vuole generalizzare i risultati sono tutt’altro che semplici, tanto che l’affidabilità di questa estrapolazione verrà discussa da esperti in una sessione di incontri da tenersi all’Efsa nel mese di settembre. Vedremo se quanto scoperto per il chlorpyrifos potrà applicarsi pari pari al chlorpyrifos-methyl: se ciò verrà confermato, il destino di entrambe le molecole sarà segnato, in caso contrario potrebbero aprirsi piccoli spiragli di speranza.
 

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