Un premio internazionale giunto alla settima edizione che l'azienda indice per sostenere giovani ricercatori di tutto il mondo che si occupano delle tematiche vitivinicole riguardanti il Sangiovese nell’areale di Montalcino ed i vari aspetti inerenti.
Il premio è frutto del riconoscimento dell’alto valore scientifico dell’indagine svolta, soprattutto nell’ottica di una gestione sostenibile del vigneto, del territorio e delle loro funzioni ecosistemiche.
In cosa consiste la tua ricerca?
Dopo anni di studi, esperimenti e monitoraggi nel campo della lotta biologica applicata per rendere sempre più efficaci le tecniche di controllo di insetti ed acari dannosi alle produzioni vitivinicole, la ricerca si è concentrata su due comparti ecosistemici: la parte aerea della pianta e il suolo. In particolare, sulla pianta, è stata indagata l’attività predatoria di alcuni acari durante l’intero arco della giornata al fine di comprendere i ritmi di attività in campo; nel suolo, sono stati confrontati vari indici ecologici per valutarne la qualità.
La ricerca che ha vinto il premio dell'edizione 2016 è quindi il proseguo del lavoro e dell’attività svolta a Montalcino da più anni?
Sono almeno dieci anni che il gruppo di ricerca di cui faccio parte conduce studi su tecniche di controllo di parassiti sostenibili per l’ambiente oltre che per la produzione vitivinicola.
Dove è stata pubblicata?
Parte dei risultati sono stati pubblicati in contributi presentati alle giornate fitopatologiche 2014 e all’edizione 2016 del Congresso nazionale italiano di entomologia.
Che zona del territorio di Montalcino avete monitorato?
I dati presentati si riferiscono agli studi effettuati nelle aziende Case Basse e Sante Marie.
Nello studio sono state prese in considerazione sia aziende biologiche che convenzionali?
Soprattutto per quanto riguarda gli studi svolti su pianta sono stati presi in considerazione e messi a confronto alcuni vigneti di Case Basse a conduzione convenzionale e Sante Marie a conduzione biologica.
Se sì, che differenze ci sono tra i due tipi di coltura?
Per quanto riguarda le attività degli acari predatori, i risultati sono stati più o meno gli stessi, sia nelle parcelle condotte in biologico e che in quelle convenzionali. Le principali differenze sono state registrate solo in termini di abbondanza degli acari: nella conduzione biologica la densità dei predatori su foglia è risultata maggiore.
Quando è partito il vostro progetto di ricerca?
I rilievi e gli studi finalizzati al controllo biologico del ragnetto giallo, problema ricorrente in tale area, sono iniziati già prima del 2000, con regolarità dal 2005.
E' uno studio inserito in un progetto di ricerca più ampio o è uno studio specifico?
Gli studi sono inquadrati in una serie di progetti e convenzioni strutturati tra numerose aziende di Montalcino e Val d’Orcia ed il Crea-Dc di Firenze.
Come è stato finanziato?
E’ stato determinante lo spirito di innovazione e rispetto della conservazione dell’ambiente dei proprietari delle aziende che non si fossilizzano su quanto già è noto ma vogliono migliorare e incrementare prodotti di qualità tipici della nostra regione.
Continuerà? O quali sono i vostri prossimi campi di ricerca in viticoltura?
L’esigenza è mantenere gli equilibri raggiunti, in misura sostenibile per l’ambiente. Le prospettive del gruppo di ricerca sono quelle di collegare in modo sostanziale i vari ambiti dell’ecosistema vigneto: dalla micro alla macro scala. Nello specifico per l’ecosistema suolo, l'obiettivo è comprendere i servizi ecosistemici forniti dalle comunità che popolano questo comparto e che contribuiscono a renderlo fertile senza bisogno di additivi. Al tempo stesso sarà effettuata una valutazione sulla diffusione di predatori e antagonisti per una ‘copertura’ sempre più estesa delle aree interessate.