"La tempistica delle nuove iscrizioni varietali al registro nazionale deve essere in linea con le epoche di semina e con le esigenze commerciali delle aziende sementiere. L'innovazione varietale in campo sementiero oggi deve passare attraverso l'iscrizione in un registro nazionale, ma nel mercato unico nulla obbliga a ricorrere all'iscrizione nel registro ufficiale italiano. Se il registro nazionale non sarà in grado di dare certezze nei tempi e recuperare efficienza, non vedo altra scelta per le aziende sementiere che andare ad iscrivere i propri materiali in uno degli altri paesi della Comunità".

Questo il commento del presidente Paolo Marchesini, durante i lavori dell'Assemblea generale di Assosementi, svoltasi il 19 aprile scorso.

"Sono oramai anni che attendiamo che i compensi pagati al Tesoro dalle ditte sementiere per le prove del registro nazionale vengano correttamente e per intero destinati alle strutture incaricate delle prove e non siano invece considerati una tassa - ha commentato Marchesi - E' vero che finora il ministero delle Politiche agricole, con le Regioni, è riuscito a tamponare la situazione, ma quest'anno stiamo assistendo, proprio per le incertezze legate ai pagamenti, ad un ritardo da parte di alcune stazioni di prova nel rilasciare i dati sperimentali. Tanto che ci troviamo oggi, quando le semine primaverili sono in pieno corso, con il decreto di iscrizione delle nuove varietà di girasole non ancora pubblicato in Gazzetta e con la Commissione sementi che non è ancora riuscita ad esaminare i risultati delle nuove varietà di soia, di sorgo e delle foraggere".

Marchesini ha sottolineato il rischio di perdere risorse importanti che potrebbero finire altrove per finanziare attività di sperimentazione e dare lavoro ad aziende ed unità di ricerca.