"E' ora che ministero delle Politiche agricole e Regioni trovino insieme al ministero dell'Economia una soluzione stabile per il finanziamento delle prove del registro varietale nazionale. Gli ulteriori tagli alle risorse trasferite dallo Stato ci impongono di lanciare l'allarme sul rischio che queste prove non possano proseguire". Parole di Paolo Marchesini, presidente di Assosementi, l’organizzazione nazionale che rappresenta tutti i comparti sementieri.
Paolo Marchesini sottolinea come l'aspetto paradossale è che non si tratta di individuare nuove forme di finanziamento, quanto di far sì che l'amministrazione indirizzi correttamente verso le prove i compensi che pagano regolarmente i costitutori di varietà.
"La tenuta del registro varietale è un obbligo comunitario e per sostenere il costo delle prove sperimentali le aziende sementiere versano al Tesoro le tariffe fissate dal ministero delle Politiche agricole" ricorda Marchesini, aggiungendo che, se il problema non dovesse risolversi al più presto i costitutori di varietà si vedranno costrette a rivolgersi per le iscrizioni ad altri Paesi: di conseguenza "il Tesoro non incasserà più i relativi compensi, la rete di circa 40 strutture coinvolte nelle prove perderà interessanti opportunità di attività sperimentale, i nostri agricoltori non avranno a disposizione per le loro scelte dati di valutazione ottenuti nei nostri ambienti".
"Il problema ha origine nel 1994, quando con la legge 537/1993 vennero trasferite alle Regioni le funzioni relative alle prove del registro, senza tuttavia modificare il capitolo di entrata dei compensi versati dai costitutori. Il coordinamento delle prove e la gestione del registro continuò comunque da parte del Mipaaf, così come è bene resti tale anche in futuro – sottolinea il presidente di Assosementi – Per anni il trasferimento dei fondi è avvenuto senza intoppi, fino al 2009 quando anche per sanare un arretrato che si stava accumulando venne stabilito un intervento congiunto tra ministero e Regioni, queste ultime ricorrendo al decreto annuale di ripartizione delle risorse per le funzioni trasferite (dpcm). Ma la manovra decisa dal Governo l'estate scorsa per il rientro dal deficit ha tagliato ulteriormente le risorse a disposizione del ministero, così come ha soppresso lo strumento di ripartizione del dpcm. Ecco quindi l'urgenza di trovare una soluzione definitiva, che scongiuri un danno pesantissimo per l'industria sementiera italiana, la quale pur pagando il servizio si vedrebbe bloccato l'accesso al mercato".
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Fonte: Assosementi