"La recente ripresa delle quotazioni dei cereali è certamente un segnale positivo e deve essere un incentivo per i produttori agricoli ad investire in mezzi tecnici all’avanguardia,  al fine di migliorare rese e qualità". Lo afferma il presidente della Sezione cereali di Assosementi, Carlo Invernizzi, precisando che "solo con l’uso di seme certificato l’agricoltore professionale può garantire il proprio investimento e la tracciabilità della propria produzione".

"La crisi in cui versa il comparto del frumento duro è frutto di scelte che non hanno permesso di valorizzare la filiera italiana e di premiare la qualità del prodotto nazionale. L’Italia vanta una lunga tradizione nella ricerca e costituzione di varietà di frumento duro particolarmente idonee per produrre pasta di qualità e la decisione di sospendere l’obbligo di impiegare semente certificata e quindi di mortificare gli sforzi dell’industria sementiera è destinata ad accentuare le sofferenze del settore".

"Oggi sono purtroppo innumerevoli le segnalazioni di presenza sul mercato di prodotto illegale, presentato come semente, ma che di fatto è comune granella senza alcuna garanzia di germinabilità, di purezza e di sanità. I produttori agricoli che pensano di utilizzare questi prodotti come seme mettono a rischio il buon esito del proprio raccolto, a fronte di un risparmio nell’acquisto della semente certificata inferiore ai 20 €/ha. Occorre che le autorità competenti – sottolinea Invernizzi - intervengano immediatamente per porre un freno a queste situazioni ed assicurare un futuro alla pasta italiana, fatta con grano duro italiano, che non può prescindere dall’impiego di semente di qualità e certificata".

"Va infine ricordato – conclude Invernizzi – che è solo grazie all’impiego di seme certificato che la nostra ricerca può continuare a finanziarsi e contribuire così a presentare sul mercato varietà migliori che garantiscano il massimo reddito ai produttori".