Suona l’allarme per le nocciole Made in Italy. Due decisioni, una dell’Ue che aumenta i livelli massimi di aflatossine nella frutta a guscio e l’altra del governo turco che sta avviando una campagna di aiuti verso i produttori del settore, “porterebbero nei prossimi anni ad effetti a dir poco devastanti per le nostre produzioni, permettendo l’aumento massiccio del già considerevole import in Europa del prodotto turco, sia per la maggiore quantità dell’offerta che per la riduzione drastica del prezzo sui mercati mondiali”. E' quanto segnala il presidente della Cia, Giuseppe Politi in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, al quale chiede di intervenire in maniera tempestiva per evitare effetti deleteri per gli agricoltori italiani.
Desta allarme, in particolare, “l’approvazione del 15 ottobre scorso, da parte del Comitato permanente per la catena alimentare europea presso la Dg Sanco, della proposta della Commissione europea di innalzare i livelli massimi di aflatossine nella frutta a guscio. Se tale decisione venisse confermata anche dal parere del Parlamento europeo, il tetto massimo di aflatossine totali salirebbe a 10 ug/Kg (al posto dei 4 attuali) per la frutta guscio pronta da mangiare e addirittura a 15 ug/Kg per quella soggetta ad ulteriore trasformazione”. Una misura che “comporterebbe la circolazione in Europa di nocciole che, come quelle turche, contengono una percentuale di aflatossine più alta rispetto a quelle italiane”.
A tal proposito va ricordato che le aflatossine sono le micotossine più pericolose per la salute umana ed animale e il loro controllo negli alimenti dovrebbe essere molto più ampio e rigoroso, dato che queste vengono facilmente prodotte da alcune specie di funghi che si sviluppano sovente sia in campo che nei magazzini.
“A ciò - scrive il presidente della Cia - si aggiunge la nuova politica di sostegno che la Turchia sta avviando a favore dei propri produttori di nocciole che, oltre a prevedere l’abbandono del sistema di controllo dell’offerta attraverso gli interventi statali finora realizzati (sistema che ha limitato in questi anni la quantità di import turco), prevede un aiuto al reddito ai produttori di 750 euro/ettaro per gli impianti autorizzati”.
Il presidente della Cia chiede al ministro Zaia, che, peraltro, ha già annunciato la possibilità di un ricorso alla Corte di Giustizia Ue contro la decisione comunitaria, “di affrontare con determinazione i pericoli provenienti da queste misure”.
Inoltre, “se le condizioni di mercato dovessero nettamente peggiorare nella prossima campagna”, Politi sollecita il ministro “a prevedere l’avvio della procedura di richiesta alla Commissione europea della clausola di salvaguardia a favore delle produzioni europee. Proposte che sono, tra l’altro, in sintonia con il lavoro in corso del Tavolo corilicolo presso il ministero”.
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