Ora si fa sul serio: con il via libera da Bruxelles al Decreto Cer, le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) riceveranno infatti una bella spinta alla diffusione.
La settimana scorsa la Commissione Ue ha infatti approvato il Decreto che aveva in esame da mesi. Sono previsti incentivi per 5,7 miliardi, dei quali 2,2 da fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La potenza finanziabile, da qui al 2027, è prevista in 5 GW. Una buona notizia anche per le aziende agricole che vedono definire chiaramente le regole per costituire e partecipare a Comunità Energetiche Rinnovabili, una strategia per abbassare i costi della bolletta energetica.
Proprio le Cer sono state al centro di una delle relazioni degli invitati all'evento "Gestione aziendale e programmazione territoriale in agricoltura", organizzato da Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali (Fidaf) e Accademia dei Georgofili e che si è tenuto il 21 novembre scorso a Firenze.
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"Le Cer - ha detto Julio Calzoni, agronomo, durante la presentazione - sono una delle nuove strade individuate dalla politica europea ed italiana per un utilizzo migliore delle energie rinnovabili. Le oscillazioni di produzione infatti sono un problema condiviso praticamente da tutte le energie rinnovabili. Ciò ha sempre reso molto difficile dimensionare un impianto sulla domanda dell'utenza".
Cosa sono dunque le Comunità Energetiche e perché interessano anche al mondo agricolo? Si tratta di gruppi di persone, imprese o enti di vario tipo che si mettono assieme per autoprodurre e consumare energia da fonti rinnovabili, dal fotovoltaico all'eolico, dall'idroelettrico alle biomasse (anche se ci si attende dal fotovoltaico il contributo maggiore). Le Cer, introdotte dalla Direttiva Red II - 2018/2001 (recepita nel 2021 dall'Italia), sono considerate centrali per poter raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l'Unione Europea si è data.
I soggetti che formano una Cer devono essere tutti ricondotti, per quanto riguarda la distribuzione, alla stessa cabina primaria. "Il Decreto (ora approvato anche da Bruxelles) ha inserito come punto di riferimento la cabina primaria. Precedentemente si faceva riferimento alla cabina secondaria. Con la nuova normativa si supera una delle criticità delle Cer. Se a una cabina secondaria erano collegati in media 72 contatori, con le cabine primarie (circa 2mila in tutta Italia) i contatori collegati sono circa 18mila. Fondamentalmente si è data più possibilità di coinvolgere in una Cer un maggior numero di soggetti", ha spiegato Julio Calzoni. Un'altra novità introdotta dal Decreto è la potenza massima dell'impianto nuovo o dell'intervento di potenziamento: è passato da 200 kW a 1 MW.
Grazie agli incentivi a disposizione, chi produrrà energia e chi parteciperà a una Cer potrà abbassare i costi energetici sulla quantità di energia prodotta e condivisa. Molto importante il concetto di energia condivisa/autoconsumata che è equiparata direttamente a quella consumata in situ. "Sostanzialmente la tariffa incentivante per l'energia condivisa, su base oraria, significa che l'incentivo vale sul minimo tra energia immessa in rete ed energia prelevata dalla Cer nel suo complesso". Più alta sarà quindi la quota di energia autoprodotta e condivisa, più alto sarà il beneficio economico per i partecipanti. La tariffa premio vale per un periodo di venti anni.
Le Comunità Energetiche sono veri e propri soggetti giuridici, quindi vanno create con un atto costitutivo, devono avere uno statuto e necessitano di un soggetto che la gestisca per la parte burocratica e per il rapporto con il Gse. Sono soggetti aperti, si entra e si esce quindi in qualsiasi momento, sono abilitati a produrre, consumare, accumulare e vendere energia rinnovabile, nonché a scambiarla all'interno della comunità.
Lo scopo della costituzione di una Cer è produrre e fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili, grazie al decentramento della produzione, all'autoconsumo e alla collaborazione. Anche le aziende agricole possono entrare nelle Comunità Energetiche, possono aderire come semplici consumatori di energia prodotta oppure possono diventare soggetti produttori, nel caso l'azienda decidesse di realizzare un impianto per la produzione di energia rinnovabile. Julio Calzoni, all'evento fiorentino, ha sottolineato però una criticità che riguarda proprio le aziende agricole. "Il fatto che l'incentivazione sia solo per l'energia condivisa può creare problemi in agricoltura. Ci sono realtà infatti che non hanno una domanda costante di energia ma hanno picchi durante l'anno, in determinati periodi della stagione. Solo in quei periodi quindi beneficeranno dell'incentivo per l'energia autoconsumata e prodotta dalla Cer", ha sottolineato.
I vantaggi dal punto di vista degli incentivi sull'energia condivisa sono stati quantificati da Calzoni. "La normativa - ha detto - prevede la restituzione di parte delle tariffe di distribuzione e trasmissione, parliamo di circa 8,5 euro a MWh di energia autoconsumata. Poi c'è l'incentivo che per le Cer vale circa 12 centesimi di euro per kWh di energia condivisa". Il legislatore ha previsto inoltre una maggiorazione tariffaria per gli impianti che saranno ubicati al Nord e al Centro Italia: sono rispettivamente 10 euro MWh e 4 euro MWh.
La suddivisione degli incentivi all'interno dei componenti della Cer non è stabilita in via normativa, ma ogni Comunità Energetica che si costituirà definirà i dettagli in fase di costituzione. Per i territori che ricadono in comuni al di sotto dei 5mila abitanti, poi, sono disponibili contributi in conto capitale fino al 40% delle spese ammissibili a valere per 2,2 miliardi su fondi del Pnrr.
Ad oggi, a causa in parte proprio dell'incertezza del quadro normativo, le Cer non sono ancora molto diffuse. L'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ha di recente pubblicato una ricerca, commissionata dalla Mostra Convegno Expocomfort dal titolo "Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia". Dalla ricerca emerge che sono presenti 104 configurazioni di autoconsumo collettivo, di cui trenta sono Comunità Energetiche. Se si considerano le iniziative in fase progettuale, si raggiungono i 198 progetti. Il numero però comprende appunto anche gli autoconsumatori, gruppi che riguardano situazioni più urbane, solitamente condominiali. In agricoltura le iniziative si contano sulle dita di una mano, la prima entrata in funzione proprio quest'anno è quella della Società Consortile Agricola La Mediterranea, che si trova in provincia di Ragusa.
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