Partita nel 2013 con un plafond complessivo di oltre 12 miliardi di euro fino al 2016, la riforma degli incentivi risponde all'obiettivo di migliorare l'efficacia, l'efficienza e la sostenibilità del sistema di agevolazione. Fermi restando gli obiettivi fissati al 2020 dall'Unione europea per tutti gli Stati membri - l’aumento del 20% della quota di fonti rinnovabili sul consumo comunitario di energia negli usi finali, con una soglia differenziata per ciascun Paese (per l'Italia è al 17%), e il raggiungimento del 10% nel consumo totale di biocarburanti per i sistemi di trasporto europei - il nuovo regime non solo stabilisce che entro il 2020 l'Italia deve raggiungere una soglia ben superiore a quella comunitaria (32%-35%), ma punta su uno sviluppo più ordinato e razionale del settore. Soprattutto in ambito agricolo dove viene espressamente previsto il principio di sussidiarietà, in virtù del quale la produzione di energia, comunque conforme a criteri di sostenibilità e di tutela del territorio, non deve determinare una perdita di suolo agricolo, con una conseguente distrazione di risorse dalla produzione a fini alimentari.
La riforma, spiega l'Enama, è un atto di indirizzo molto importante perché i meccanismi di premialità privilegiano gli “impianti più verdi”, promuovendo così l'adozione di buone pratiche da parte dei produttori.
Il documento “Le fonti di energia rinnovabile in ambito agricolo” può essere scaricato liberamente QUI
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Fonte: Enama - Ente nazionale per la meccanizzazione agricola