Dare alle biomasse e al biogas le stesse opportunità delle altre fonti rinnovabili, in particolare dell’eolico e del fotovoltaico, confermando per almeno un triennio gli incentivi attualmente in vigore. E questa la richiesta di Confagricoltura, emersa nel corso del seminario “Energie da fonti rinnovabili. Il ruolo dell’agricoltura nel piano di azione nazionale e per lo sviluppo sostenibile”, a cui hanno preso parte il Prof. Giampiero Maracchi dell’Università degli Studi di Firenze, il direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini e capo dipartimento Energia del ministero dello Sviluppo economico Guido Bortoni.  

“Purtroppo – ha detto il presidente Vecchioni nel suo intervento – le novità introdotte dalla manovra finanziaria non vanno in questa direzione. Anche se la rivisitazione dell'articolo 45 della manovra riguardante i certificati verdi concede una boccata di ossigeno nel breve periodo, dando priorità alla risoluzione anticipata delle convenzioni relative alle fonti assimilate alle rinnovabili, il provvedimento rimane privo di una logica sistemica, genera incertezza ed apre a possibili destabilizzazioni del mercato dei certificati verdi”. 

Dopo la predisposizione del Pan-Piano di azione nazionale, con cui viene definito il percorso per raggiungere l’obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili sugli usi finali, l’Italia si appresta a recepire la direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle energie rinnovabili, secondo i principi e criteri direttivi fissati dalla legge comunitaria 2009.

“Nei prossimi sei mesi, quindi - ha continuato il presidente di Confagricoltura - si deciderà il futuro delle energie rinnovabili ed il ruolo che potrà rivestire l’agricoltura anche in relazione alla riduzione delle emissioni di gas serra”.

Nonostante l’Unione europea e lo stesso Pan assegnino alle biomasse un ruolo determinante per il raggiungimento degli obiettivi al 2020, le potenzialità indicate (circa 9,5 MTep da biomasse utilizzate per la produzione elettrica, per il termico e per i biocarburanti) potrebbero rilevarsi sottostimate rispetto a specifiche filiere come il biogas. Come evidenzia uno studio Confagricoltura-Nomisma sulle potenzialità di produzione energetica dell’agricoltura italiana, ben più ampio è il margine di sviluppo del settore che evidenzia un potenziale di 8,3 MTep, al netto del contributo della forestazione. In particolare solo il biogas agricolo al 2020 potrebbe raggiungere una potenza installata di 650-800 MWe a fronte dei 750 MWe previsti dal Pan per tutte le tipologie di biogas.

In merito all’ipotesi ventilata di modificare l’attuale sistema incentivante, Confagricoltura ha ribadito la necessità di usare molta cautela per le biomasse ed il biogas di origine agricola.