Siamo nel cuore della provincia di Pisa, sulle colline di Santa Luce, che tra campi di grano, foraggi e boschi si susseguono fin verso il mare della costa livornese.
E quest'evento ora sta portando turisti, giornalisti e anche semplici curiosi che magari abitano qualche chilometro più in là, a vedere uno spettacolo fino ad ora insolito in Toscana, ma che promette di avere sviluppi interessanti per l'agricoltura locale, non solo dal punto di vista agrituristico, ma anche da quello della diversificazione delle produzioni e dello sviluppo di una nuova filiera.
Tutto nasce però molto tempo fa, dall'idea e dalla caparbietà di un imprenditore agricolo, Mario Rosario Rizzi, che dal 1989 ha iniziato a introdurre la coltivazione biologica e anche biodinamica di piante aromatiche e officinali, in particolare, lavanda, lavandino, timo e origano, nella sua azienda Flora Srl di Lorenzana (Pi).
Da lì, la sperimentazione delle tecniche colturali più adatte, le prove di coltivazione di altre essenze, e soprattutto il coinvolgimento di altre aziende del territorio nei comuni di Castellina Marittima, Orciano, Casciana Terme, Lorenzana, Santa Luce e Fauglia.
Infine, nel 2015 la realizzazione del progetto di filiera Flora Aromatica Santa Luce e la valle dei profumi, finanziato dal Psr Toscana con circa ottocentomila euro e finalizzato a sviluppare una filiera delle aromatiche. Un progetto che ha coinvolto anche il Centro interdipartimentale Enrico Avanzi dell'Università di Pisa, oltre ad altre realtà come Impresa verde Pisa-Livorno Srl, l'associazione Laboratorio di studi rurali Sismondi, il Forte Srl e numerose azienda agricole biologiche certificate.
Dal punto di vista agricolo nel corso del progetto sono stati studiati quattro protocolli di coltivazione, la possibilità di meccanizzare la raccolta attraverso la messa a punto di uno specifico prototipo, e l'ottimizzazione del processo di distillazione degli oli essenziali.
Un progetto che ha visto nascere un partenariato della durata di otto anni e che oggi vede sette aziende coinvolte, più di 18 ettari coltivati e oltre 240mila piante messe a dimora, con una filiera attiva che produce oli essenziali per uso alimentare, cosmetico e farmaceutico, e che muove altre importanti attività connesse sia turistiche che didattiche.
Secondo Coldiretti Toscana, che partecipa a questo progetto, il settore delle officinali è in crescita e promette ampi margini di sviluppo, dal momento che la produzione italiana copre solo il 30% della richiesta del mercato nazionale.
E solo per la lavanda in Toscana ci sono cento aziende attive con oltre 250 ettari coltivati e già, seguendo l'esempio di Santa Luce, ci sono lavandeti in fiore da visitare, come a Massarosa in provincia di Lucca, in Maremma a Civitella Marittima in provincia di Grosseto, sulle colline di Fonterutoli, a Castellina in Chianti in provincia di Siena e a Castelfranco di Sopra, nell'aretino.
Una nuova strada per valorizzare aziende e territorio è stata tracciata, non resta che svilupparla bene.