Eppure c'è chi è riuscito ad ottenere frutti tutto l'anno. Si tratta di Ettore Boi, 68 anni, che a Ussana in Sardegna ha un'azienda agricola di tre ettari nella campagna di Su Pardu, in parte coltivati a fico d'india: "negli anni, applicando la scozzolatura parziale, sono riuscito ad ottenere frutti 12 mesi all'anno - conferma ad AgroNotizie - e sono molto orgoglioso di questo risultato".
Boi in azienda aveva agrumi, e ha poi iniziato pian piano nel suo terreno a costruire la piantagione di fico d'India, sostituendo gli agrumi con le palette di fico d'India che ora è presente in azienda con 350 piante di cultivar locali gialle e rosse e con poche spine: "Per questo motivo - spiega Boi - porto le stesse cure ai fichi d'India insieme al resto del frutteto".
L'agricoltore ha poi a disposizione un terreno dalla natura singolare. Si trova infatti sulla "Formazione di Ussana", così definita dai geologi: è costituita da conglomerati, brecce e arenarie a matrice argilloso-arenacea di colore rosso-violacea. I soprassuoli agricoli emersi non sono particolarmente ricchi di sostanza organica, sicuramente sono adatti alla coltivazione del fico d'India, non meno né più di altri.
La procedura della scozzolatura, applicata da Boi, diversamente da quella totale applicata in Sicilia, è selettiva e parziale: "Quando in primavera tolgo le palette e i fiori appena sbocciati, non lo faccio mai radicalmente". Con questo sistema Boi si aspettava di poter arrivare ad ottenere frutti solo fino ai primi mesi dell'inverno, invece, come ampiamente testimoniato da filmati e fotografie, la fioritura e la fruttificazione sono diventate perenni.
AgroNotizie ha chiesto lumi sulle modalità di esecuzione della scozzolatura selettiva parziale e del suo livello di correlazione con il risultato ottenuto: "Ogni tanto credo di aver capito fino in fondo come ci riesco, ma ogni volta sono costretto a ricredermi - afferma Boi, che sottolinea - amo molto queste piante per tutto quello che possono offrire e ci dedico molta passione, e francamente non credevo che potessi riuscire ad ottenere questi risultati".
Ettore Boi ha studiato e si è documentato molto sulla coltivazione del fico d'India, cactacea all'attenzione della Fao dal 2017 per le sue potenzialità produttive in ambienti aridi, e non solo per la produzione di frutti. "Il mio desiderio - spiega - è che quanto sono riuscito a fare possa essere replicato da altri, in modo che il mio lavoro non vada perso, anche se, devo dire, la coltivazione del fico d'India non è cosa semplice, e bisogna addentrarsi pian piano nella conoscenza di questa pianta, che può dare delle ottime soddisfazioni".
Si tratta di una tecnica di coltivazione che meriterebbe di essere studiata con una ricerca mediante prove in campo, per rendere effettivamente replicabile i risultati ottenuti.