Uno dei temi più controversi da sempre discusso tra i professionisti e gli appassionati di giardinaggio, è senza dubbio quello della potatura. Secondo alcuni, basta avere tra le mani un paio di forbici, o un seghetto da legno o peggio una motosega, un pizzico di follia per salire sugli alberi, avere di fronte un ramo fastidioso ed ecco già definita cosa sia la potatura.

Cosa volete che sia tagliare un ramo! E' facile come bere un bicchiere d'acqua!
Perché, ancora una volta, si deve parlare di questa operazione così "connaturata" all'uomo? Come mai esistono in commercio fior di volumi e trattati sull'argomento?
Quello che si intende descrivere con questo breve contributo non ha intenzione di essere esaustivo, ma piuttosto introduttivo all'argomento e tentare così di indirizzare il lettore verso la giusta direzione.

Per meglio comprendere l'importanza di questa tecnica, occorre procedere da una semplice considerazione: la potatura, per l'albero, è veramente una operazione così necessaria? Se per gli impianti arborei produttivi la risposta è ovvia perché tale tecnica è funzionale alla produzione di un bene in modo regolato, diversamente per l'albero ornamentale tale risposta è lapidaria: no!
 
L'albero, nella sua esistenza, attua in modo funzionale la potatura quando una parte della sua vegetazione non è più capace di svolgere proficuamente la funzione a cui è preposta, la ben nota fotosintesi clorofilliana. Ecco allora che, attraverso la precisa eliminazione di parti legnose non più vitali (abscissione) vengono scartate queste porzioni dall'albero. Questa operazione, definita auto-potatura, avviene in posizioni ben definite che sempre l'albero evidenzia, qualsiasi sia la specie a cui appartenga. Lo scarto di vegetazione non più vitale avviene infatti in corrispondenza di una precisa posizione che funge da struttura di collegamento tra ramo e ramo e tra ramo e tronco chiamata collare.
 
Taglio al collare
Taglio al collare
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)

Ma come mai, chiediamoci, è quello il punto scelto per lo scartamento di queste parti? Semplice caso, follia della natura oppure scelta adeguata ed alla quale ci si deve sempre rifare per potare correttamente?

Attraverso il rispetto del collare, zona in cui i tessuti del ramo e del tronco cui esso è inserito si incontrano, noi consentiamo all'albero di attivare dei sistemi di tutela meccanica e chimica che la pianta organizza per potere isolare l'azione di eventuali aggressori esterni (patogeni). Ci si trova sostanzialmente di fronte ad un vero e proprio "imbuto chimico e meccanico" preposto a svolgere azione di contenimento e difesa dalle aggressioni purché esso venga mantenuto inalterato. La capacità difensiva di questo filtro è funzionale non solamente alla specie di appartenenza, ma anche alle condizioni fitosanitarie dell'albero, alla sua vitalità e alla qualità della manutenzione che questo ha ricevuto nel corso della sua esistenza nonché alla sua resistenza genetica.
 
Potatura di platano con taglio al collare
Potatura di platano con taglio al collare
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)

La certezza perciò del non ingresso di patogeni nell'albero non esiste. Esiste solamente la constatazione del fatto che applicare queste semplici regole alle eventuali operazioni di taglio che si renda necessario eseguire garantisce di aver agito nel modo rispettoso della fisiologia dell'albero. Spesso l'esigenza di intervenire su di un albero proviene da infelici tecniche di allevamento in vivaio, da inidonee scelte progettuali o gestionali avvenute in fase di impianto (ad esempio, dobbiamo sempre conoscere le dimensioni di sviluppo che raggiungerà l'esemplare adulto della specie da noi collocata).
 
Taglio al collare su pioppo bianco
Taglio al collare su pioppo bianco
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)

Nel caso che il taglio avvenga in corrispondenza di parti terminali della vegetazione, l'asportazione di materiale deve avvenire utilizzando la tecnica del taglio di ritorno, pratica con cui si elimina una parte di vegetazione attraverso un taglio netto eseguito in corrispondenza dell'asse principale del ramo, indirizzandone lo sviluppo su vegetazione laterale, rispettando l'inclinazione della vegetazione che si mantiene e che diventerà la nuova direttrice di sviluppo dell'albero. La potatura, infine, non deve comunque produrre abbondanza di legna eliminata (altrimenti non si tratta di potatura, ma di produzione di legname da ardere!) e nemmeno abbondanza di nuova vegetazione. L'albero ben potato avrà perciò una forma proporzionata e dovrà apparire  con un aspetto il più "naturale" possibile.
 
Se viene scelto un albero allevato come si deve, e lo si colloca in modo corretto e con spazio adeguato per il suo sviluppo armonico, allora la potatura diventa veramente un episodio occasionale nella vita di un albero.

L'abilità del potatore consiste perciò nel non compromettere l'architettura dell'albero, salvo situazioni estreme. Perciò gli attrezzi da utilizzarsi in tale opera saranno le forbici a doppia lama battente da frutta, il seghetto, il tronca-rami e lo svettatoio; raramente la motosega. L'abilità del giardiniere non risiede nella quantità di legna prodotta e dalla quantità di tagli che effettua, ma nella cura e nella dovizia con cui opera, nel suo costante miglioramento professionale, nella sua modestia, nella sua passione...

Dalla capacità di proporci soluzioni operative innovative, dalla passione che sa trasmetterci, dalla volontà di difendere le proprie posizioni con intelligenza, dalla diligenza con cui interviene, e da come gestisce l'albero, noi siamo in grado di distinguere il bravo giardiniere dal "operatore" che si improvvisa nel mestiere.
 
Potatura adeguata di olmo
Potatura adeguata di olmo
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)
 

Concludendo

La potatura è l'insieme delle pratiche agronomiche aventi lo scopo di regolare, mediante opportuni tagli dei rami, il modo di vegetare, di fiorire e di fruttificare delle piante.
Quando ci si accinge a potare un albero, non si deve pensare di cambiarlo drasticamente nella sua struttura, ma si deve rispettarne il più possibile la forma e le dimensioni. L'intervento deve quindi adeguarsi alla struttura della pianta, che deve essere alleggerita del solo superfluo, essere leggermente contenuta nello sviluppo spaziale, rinforzata strutturalmente attraverso l'eliminazione delle parti spezzate, ammalorate, sovrapposte cosicché la luce e l'aria possano raggiungerla in ogni suo punto. Se l'intervento è correttamente eseguito, ed orientato al bene futuro della pianta, allora il passante occasionale, colui cioè che mai ha visto prima quel particolare albero, non si dovrebbe neppure accorgere dell'opera di potatura.

Ovviamente questo elementare ragionamento procede da un'altra semplice serie di considerazioni preliminari, di seguito brevemente esposte:
  • esistono tecniche di taglio corrette e tecniche di taglio scorrette ed inoltre epoche idonee all'esecuzione degli interventi di potatura a seconda della specie e delle necessità gestionali,
  • è necessario che ogni albero sia messo in condizione di poter crescere spazialmente in modo adeguato, in funzione del suo sviluppo (la pianta giusta nel posto giusto),
  • è necessario che ogni albero fruisca di una adeguata superficie drenante-traspirante per avere un idoneo scambio gassoso (l'albero esplora, beve e respira),
  • è necessario che ogni albero sia fornito dotato di una morfologia appropriata (l'albero ha struttura e forma definita per specie e uno sviluppo solitamente verticale),
  • è necessario che servizi i tecnologici siano ubicati a distanze appropriate dal punto di posa dell'albero (ma soprattutto è fondamentale che in occasione di nuovi impianti, o  di interventi su quelli esistenti, non si danneggino in modo grave radici e rami, ma che esista una fascia di rispetto). 
 
Alfonso Paltrinieri
Associazione Pubblici Giardini
Delegazione Emilia-Romagna

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