Ad oggi tuttavia sono in corso aggiornamenti e per l'outlook definitivo si dovrà aspettare fino al 10 giugno. Intanto emergono alcune "indiscrezioni dal campo" secondo cui i volumi saranno rivisti al ribasso. "In Piemonte, per problemi di allegagione e a causa delle piogge, la variazione rispetto allo scorso anno dovrebbe passare da -10% a -20%", sostiene Domenico Sacchetto, presidente della Op Asprofrut. Un'ulteriore conferma arriva anche dal Sud per voce di Pietro Caggiano, vicepresidente dell'Aop Armonia, che per la Regione Campania teme espianti superiori a quelli stimati dal Cso.
Preoccupazione per il possibile accavallamento del calendario nostrano con quello della Spagna è stata espressa da Pietro Fabbri, presidente della Op romagnola Europfrut. L'attuale ritardo produttivo nelle zone di produzione precoce e la tendenza iberica di investire su varietà medio tardive rendono concreti tali timori. Inoltre l'inesorabile abbattimento degli impianti in regione fa temere per il futuro del settore delle pesche romagnole. E mentre da Bruxelles non è previsto alcun "paracadute" - come conferma Lorenzo Bazzana di Coldiretti - la speranza è riposta su una campagna di comunicazione generica a costo zero, approvata dal Cda e patrocinata dal ministero, che sosterrà i consumi durante il periodo di picco produttivo, come dichiarato da Nazario Battelli, presidente di Ortofrutta Italia.
Infine una nota di ottimismo arriva da Paolo Tassan, category manager per le pesche e nettarine di Coop Italia. "Al momento - spiega - la situazione è migliore rispetto a quella dello scorso anno; se il prodotto è buono il consumatore lo premia. Un esempio è dato dalle vendite di albicocche (dalla Spagna) registrate questa settimana: il doppio rispetto allo stesso periodo del 2014".
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Fonte: Fruit Innovation