“Oggi il tasso di impiego di sementi certificate di grano duro non supera il 65% del fabbisogno, per cui una larga parte della quota restante è da ritenere posta illegalmente sul mercato" ha dichiarato Paolo Marchesini, presidente di Assosementi.
Nel campo delle orticole, Assosementi segnala il fenomeno della riproduzione meristematica illegale del pomodoro, che per la tipologia del ciliegino "arriva in certe aree a punte del 60% del mercato”.
Segnali allarmanti di un fenomeno in crescita, che rischia di danneggiare la competitività e il progresso di tante aziende, ma che si ripercuote anche sul consumatore finale.
“La giornata sulla legalità di Confcommercio è un’occasione per ribadire la necessità di una normativa trasparente ed efficiente sulla proprietà intellettuale per arginare le illegalità che minano le basi del settore sementiero - ha proseguito Marchesini - La normativa che regola la proprietà intellettuale è la sola carta che il costitutore può giocare per salvaguardare i propri investimenti dalla riproduzione illegale e dalla contraffazione garantendo innovazione al sistema produttivo”.
“Le aziende sementiere investono per la ricerca in certi settori fino al 20% del proprio fatturato annuo, utilizzando le risorse provenienti dalla vendita di sementi certificate o dalle royalties - ha concluso Marchesini - Il ricorso allo strumento della tutela varietale non rappresenta una prevaricazione delle aziende sementiere, concetto che purtroppo viene veicolato attraverso i media in modo erroneo e fuorviante, bensì innesca un circolo virtuoso di cui beneficia la produzione agroalimentare grazie alle innovazioni messe a disposizione dall’attività di ricerca varietale”.
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Fonte: Assosementi