All'assemblea generale di Assosementi, svoltasi il 19 aprile, si è tornati sul tema del registro varietale.

"La tempistica delle nuove iscrizioni varietali al registro nazionale deve essere in linea con le epoche di semina e con le esigenze commerciali delle aziende sementiere - ha commentato il presidente di Assosementi, Paolo Marchesini -. L'innovazione varietale in campo sementiero oggi deve passare attraverso l'iscrizione in un registro nazionale, ma nel mercato unico nulla obbliga a ricorrere all'iscrizione nel registro ufficiale italiano. Se il registro nazionale non sarà in grado di dare certezze nei tempi e recuperare efficienza, non vedo altra scelta per le aziende sementiere che andare ad iscrivere i propri materiali in uno degli altri Paesi della Comunità".

 

"Sono oramai anni che attendiamo che i compensi pagati al Tesoro dalle ditte sementiere per le prove del registro nazionale vengano correttamente e per intero destinati alle strutture incaricate delle prove e non siano invece considerati una tassa - ha continuato il presidente dell'Associazione italiana sementi - E' vero che finora il ministero delle Politiche agricole, con le Regioni, è riuscito a tamponare la situazione, ma quest'anno stiamo assistendo, proprio per le incertezze legate ai pagamenti, ad un ritardo da parte di alcune stazioni di prova nel rilasciare i dati sperimentali. Tanto che ci troviamo oggi, quando le semine primaverili sono in pieno corso, con il decreto di iscrizione delle nuove varietà di girasole non ancora pubblicato in Gazzetta e con la Commissione sementi che non è ancora riuscita ad esaminare i risultati delle nuove varietà di soia, di sorgo e delle foraggere".

Nel suo intervento Marchesini ha sottolineato il rischio di perdere risorse importanti che potrebbero finire altrove per finanziare attività di sperimentazione e dare lavoro ad aziende ed unità di ricerca. "Ai due anni di tempo di norma richiesti per realizzare le prove di iscrizione, non possiamo aggiungere l'attesa di un terzo anno per le incertezze ed i ritardi burocratici".

 

Secondo Assosementi, ogni anno vengono sottoposte alle prove del registro ufficiale nazionale circa 1.300 varietà, tra specie agrarie ed ortive, con un costo complessivo a carico delle aziende sementiere di circa 2,4 milioni di euro, interamente versati in base ad un decreto del 1988 al Tesoro. Per le prove del 2011, con una decisione del 27 luglio scorso la Conferenza Stato-Regioni ha stanziato la somma di 1,3 milioni di euro.