Una valanga di riso: ben 16 milioni di quintali. Tanti sono stati prodotti in Italia nel 2009, un risultato che supera di oltre due milioni quello dello scorso anno. Sono i primi dati ufficiosi, ma molto prossimi al reale, di una campagna che è alle ultime battute. Mai si è registrata una produzione così elevata anche nel resto d'Europa (Spagna in primo piano, che ha aumentato la superficie di 23 mila ettari).

Adesso, però, il problema è collocare la merce e venderla. Agricoltori e industriali hanno stretto un patto per evitare che la concorrenza straniera entri nell'area europea. 'Dobbiamo evitare - ha detto Piero Garrione, presidente dell'Ente Nazionale Risi (nella foto) - che la concorrenza favorisca il prodotto d'importazione, non possiamo perdere neppure un giorno stando a guardare, in attesa di tempi migliori. Anche a costo di qualche sacrificio è necessario mantenere vivo il mercato, per non lasciare spazio all'import. Agricoltori e industriali stanno affrontando questa campagna di commercializzazione con grande senso di responsabilità. Questa maggiore disponibilità di merce deve essere gestita con equilibrio e senza scossoni'.

E il pensiero corre ai prezzi: gli ultimi 'fixing' sulle piazze di Vercelli e Novara confermano che la caduta si è arrestata, ma su livelli sempre minimi. Tranne il Carnaroli (a 38 euro il quintale) tutte le altre varietà non vanno oltre i 33, con l'Indica che spunta al massimo 24 euro.

Sulla necessità di evitare squilibri si trova d'accordo anche Mario Preve, presidente dell'Airi (Associazione industrie risiere italiane). Che a sua volta lancia l'allarme: 'Qualunque tentativo di resistenza da parte degli agricoltori rischia di mettere in crisi tutto il comparto, in particolare quello industriale. All'orizzonte si profila già qualche segnale e non vorrei che si prospettasse una situazione come quella della scorsa annata, quando le riserie furono costrette all'inattività forzata, perdendo 3-4 mesi di lavoro. Mi auguro che questo scenario non si ripeta. Condivido l'invito di Garrione e il suo senso d'equilibrio'.

A complicare ulteriormente lo scenario - dicono gli industriali - sarebbe anche la presenza (con una percentuale anomala e inattesa) di riso 'vaiolato' o 'gessato'. Il fenomeno costringe le riserie a una maggior lavorazione con costi di produzione superiori, che influiscono sulle quotazioni alla fonte.

A cura di Aurora Gabbiani