Il lavoro agricolo sta cambiando velocemente grazie all'arrivo di macchinari smart, sensori Iot, robot, droni e altri sistemi 4.0 che permettono la raccolta automatica, l'integrazione e l'analisi di dati differenti, supportando gli agricoltori nei processi decisionali e aumentando la sostenibilità delle operazioni nei campi.


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Tra i driver del cambiamento alcuni strumenti di finanziamento che supportano le imprese agricole nell'acquisto di soluzioni 4.0 con contributi a fondo perduto o con crediti d'imposta. I primi non prevedono rimborsi all'ente pubblico, mentre i secondi consentono di godere di uno "sconto" sulle tasse da versare allo Stato.

Strumenti molto utili sono la Nuova Sabatini (rifinanziata per il 2022), il credito d'imposta per beni strumentali e i voucher digitali I4.0 ("I" sta per impresa) che coprono gli investimenti nella maggior parte delle tecnologie 4.0.

Tre incentivi interessanti

La Nuova Sabatini - messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) - sostiene le Micro, Piccole e Medie Imprese (Mpmi) nell'acquisto o acquisizione in leasing di macchine, attrezzi, impianti, hardware, software e beni strumentali. "Il contributo erogato è pari al 7% dell'investimento per beni tradizionali, al 10% per beni 4.0 e tecnologie digitali e supera il 15% per le micro e piccole aziende del Sud Italia" spiega Diana Michelizzi, responsabile Finanza Agevolata di Credit Team, nel corso del webinar "Gli incentivi 4.0 per il settore agricolo: stato di utilizzo e applicazionii" organizzato dall'Osservatorio Smart AgriFood.

Prorogato per altri tre anni - fino a tutto il 2025 -, il credito d'imposta, accessibile a tutte le imprese residenti in Italia, agevola gli investimenti in beni strumentali nuovi e tecnologicamente avanzati, materiali e immateriali. Si tratta di un "rimborso" pari al 40% del costo d'acquisto per investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Si scende al 20% del costo d'acquisto per investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro e al 10% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro.

Per beneficiare del credito d'imposta, un'azienda deve acquistare un mezzo di ultima generazione, interconnetterlo con i sistemi aziendali, richiedere una perizia tecnica giurata e verificare una serie di requisiti. "La perizia è obbligatoria per l'acquisto di beni di valore superiore ai 300mila euro, ma noi consigliamo di richiedere la perizia tecnica anche per investimenti inferiori a questa cifra al fine di evitare problemi in caso di controlli" specifica Michelizzi.
Oltre al credito d'imposta (cumulabile con la Nuova Sabatini), c'è anche il credito d'imposta formazione 4.0 che permette alle imprese di recuperare i costi del personale formato all'uso delle tecnologie 4.0.


Focus sul voucher digitale I4.0
Focus sul voucher digitale I4.0
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Voucher digitali I4.0

Infine le Mpmi di ogni settore possono usufruire anche dei voucher digitali I4.0, promossi dalle Camere di Commercio e dalle regioni in diversi momenti dell'anno per favorire la digitalizzazione delle aziende. "Il voucher digitale, cumulabile con il credito d'imposta, prevede un contributo a fondo perduto fino al 50% dell'ammontare dell'investimento e arriva al massimo a 15mila euro" sottolinea Michelizzi. "Sono ammissibili sia l'acquisto di beni e servizi strumentali 4.0 (attrezzature tecnologiche e programmi informatici, ma non mezzi agricoli 4.0, Ndr) sia servizi di consulenza relativi alle nuove tecnologie".


In genere, l'uscita dei voucher digitali I4.0 si ripete di anno in anno. Per ora, nel 2022, solo la Camera di Commercio di Forlì Cesena e Rimini ha attivato il bando voucher digitale che è già stato chiuso lo scorso 31 gennaio per esaurimento delle risorse. Con buona probabilità, anche le altre regioni italiane promuoveranno i voucher nel corso dell'anno. Da monitorare per saperne di più sono i siti delle Camere di Commercio provinciali.

Agevolazioni, quanto sono usate?

Gli incentivi 4.0 per l'agricoltura non mancano e sono anche abbastanza conosciuti. Secondo l'indagine condotta dall'Osservatorio Smart AgriFood su 869 imprese agricole italiane, con indirizzo e dimensioni differenti, il 73% delle aziende interpellate conosce almeno un'agevolazione 4.0 e circa la metà del campione ne conosce più di una.

Tuttavia, c'è una fetta consistente che ignora anche gli incentivi più affermati: il 46% delle imprese non conosce i Psr e quasi il 60% ignora l'esistenza del Piano Transizione 4.0 e della Nuova Sabatini. Le percentuali salgono ulteriormente nel caso del Bando Isi Agricoltura, del Voucher digitale I4.0 e del Credito del mezzogiorno. "Alla luce di questi risultati, è fondamentale comunicare meglio e sensibilizzare gli agricoltori così da aumentare le conoscenze riguardanti gli strumenti di finanziamento" afferma Andrea Bacchetti, direttore dell'Osservatorio Smart AgriFood.
In generale, al crescere delle dimensioni aziendali aumenta l'impiego delle agevolazioni, usate dall'87% delle grandi aziende, ma solo dal 59% delle piccole imprese.


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Per superare gli ostacoli burocratici c'è il consulente

Inoltre, alcune realtà non usano gli incentivi per l'eccesso di burocrazia (36% dei casi), per la convinzione che non servano (24%) o per le elevate complessità e rischiosità (33%). "Per superare l'ostacolo legato alle pratiche burocratiche, è possibile affidarsi a una società di consulenza prima di iniziare un investimento" dichiara Michelizzi.
"La convinzione circa l'inutilità degli strumenti è legata al fatto che molti non sono specificatamente nati per il comparto agricolo, ma sono adattati da altri settori" commenta Bacchetti. "L'Osservatorio si sta spendendo affinché esca un Piano Agricoltura 4.0".


Ostacoli all'uso degli incentivi 4.0 per l'agricoltura
Ostacoli all'uso degli incentivi 4.0 per l'agricoltura
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Soluzioni 4.0: ora più accessibili

Se usati, i contributi hanno un impatto determinante sulle scelte di investimento della maggior parte degli agricoltori. Grazie ad essi, il 44% delle imprese intervistate ha anticipato l'investimento, il 20% ha investito in più di una soluzione e il 20% ha optato per una tecnologia più costosa. Solo il 16% dichiara che avrebbe investito indipendentemente dall'accesso o meno a un'agevolazione.

I tool digitali più acquistati con gli incentivi sono i software gestionali (40% dei casi), seguiti dai sistemi di monitoraggio/controllo delle macchine (23%) e dai sistemi di mappatura delle coltivazioni basati su dati satellitari (19%). Diversamente, suscitano ancora bassissimo interesse droni e robot autonomi.

Nel complesso, prevalgono gli investimenti di ridotta entità: il 39% delle aziende ha investito meno di 5mila euro e il 25% tra 5mila e 30mila euro. "L'investimento medio del campione è stato di 45mila euro" precisa Bacchetti. "Sebbene la maggior parte delle imprese abbia fatto investimenti piccoli per testare le soluzioni 4.0 prima di destinare maggiori risorse, il 17% ha investito in beni con valore superiore ai 100mila euro".


Entità degli investimenti delle aziende agricole in soluzioni 4.0
Entità degli investimenti delle aziende agricole in soluzioni 4.0
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Investimenti 4.0: previsioni promettenti

Al di là delle differenze negli investimenti, gran parte degli agricoltori è ormai consapevole dell'importanza delle nuove tecnologie per la competitività aziendale. L'80% del campione intende fare un altro investimento 4.0 entro i prossimi tre anni, mentre solo il 20% aspetterà più tempo. Le soluzioni preferite per il futuro sono quelle che già oggi riscuotono successo: i sistemi di monitoraggio/controllo delle macchine (32%), i dispositivi di monitoraggio delle coltivazioni (29%), i tool per l'irrigazione di precisione con tecnologie digitali (28%) e i software gestionali (27%).

"Nei prossimi anni, l'agricoltura italiana potrà premere ulteriormente l'acceleratore sugli investimenti 4.0 anche grazie alle politiche di incentivazione che speriamo vengano rifinanziate" conclude Bacchetti.


Investimenti futuri programmati dalle aziende agricole
Investimenti futuri programmati dalle aziende agricole
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