L'impennata dei prezzi dell'energia, delle materie prime e dei mezzi tecnici impatta fortemente sui costi di produzione in agricoltura, proprio nel momento in cui partono le lavorazioni agromeccaniche della nuova stagione. Con gli aumenti a doppia cifra del gasolio e dei concimi azotati, l'estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione sono attuabili con difficoltà nelle aziende agricole. Alcuni agricoltori rivedono le concimazioni e, quando possibile, usano letame e liquami aziendali, ma comunque necessitano dei fertilizzanti, sempre più cari.

 

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"Affrontano problemi anche i contoterzisti che devono garantire un parco macchine aggiornato e ben manutenuto, ma si scontrano con l'aumento dei prezzi dei mezzi agricoli e dei ricambi, nonché con i ritardi nelle consegne" afferma Aproniano Tassinari, presidente di Uncai. Con i tariffari delle lavorazioni fermi da diversi anni, oggi gli agromeccanici lottano contro i rincari, cercando di contenere i costi e di non pesare sulle aziende agricole per evitare ricadute sui consumi.

Come uscire dalla crisi?

"Gli effetti sommati della pandemia, del calo delle produzioni, della carenza di materie prime e della speculazione non sono gestibili dalle singole imprese agricole o contoterzi, neppure - specifica Tassinari - nell'ambito di un nuovo accordo di ripartizione del valore nella filiera agroalimentare che coinvolga anche industria e distribuzione".

Se le tensioni di mercato si risolvono con l'aumento delle produzioni agricole in Europa è necessario - secondo Uncai - adottare pratiche più sostenibili dal punto di vista ambientale, investire nell'innovazione genetica e in macchine all'avanguardia, fare un uso scientifico delle risorse. "I fondi in arrivo dall'Ue devono essere usati per promuovere l'autosufficienza alimentare e la sostenibilità economica del sistema agricolo" conclude Tassinari. "Occorre ascoltare di più il mondo della scienza, ma anche far sì che ci siano tecnici preparati a discutere della fattibilità dei progetti".