La coltivazione del cavolo è diffusa sia in Italia - 30mila ettari circa secondo l'Istat 2016 - sia in tutto il mondo e la specie di riferimento è la Brassica oleracea che, tramite selezione varietale, ha dato vita ad innumerevoli cultivar come, ad esempio, italica (broccolo), chinensis (cavolo cinese), capitata (cavolo cappuccio), botrytis (cavolfiore), sabauda (verza) e gemmifera (cavolo di Bruxelles).

Da qualche anno il mercato e l'industria stanno spingendo per estendere il periodo di coltivazione del cavolo verza, un tempo coltura eletta del periodo invernale. In base ai dati dell'Istat 2016, la Puglia con 1.200 ettari è l'area più produttiva nel territorio italiano, mentre secondo in classifica è l'Abruzzo con 500 ettari.


Come irrigare il cavolo verza?

La coltivazione della verza è gestita con irrigazione a goccia e fertirrigazione. Il metodo a goccia è la tecnica consigliata poiché presenta diversi vantaggi: riduce il consumo di acqua grazie alla maggiore efficienza di distribuzione, localizza l'acqua in prossimità delle radici, non crea condizioni favorevoli allo sviluppo di parassiti, assicura una migliore uniformità di distribuzione e permette di gestire la nutrizione della coltura tramite fertirrigazione.
 
Per l'irrigazione del cavolo verza, Netafim consiglia l'utilizzo di ali gocciolanti del tipo Streamline Plus. La distanza tra i gocciolatori e la portata di questi vengono scelti in funzione delle caratteristiche del terreno e del sesto d'impianto, tenendo conto delle esigenze specifiche dell'azienda agricola.
 

Esigenze della cultivar sabauda

Fase iniziale del ciclo colturale, il trapianto della verza avviene nel periodo marzo-maggio, spingendosi anche fino a giugno-luglio, per avere verze in autunno ed inverno

Il cavolo verza si adatta bene a tutti i terreni, purché siano ben aerati e freschi, dotati di sostanza organica e caratterizzati da pH neutro. Inoltre, la verza è sensibile alla siccità e necessita di irrigazioni accurate, ma non eccessive (la saturazione del suolo può comportare problemi fitosanitari di origine fungina).
Le esigenze idriche possono stimarsi tra 1.500 e 3mila metri cubi per ettaro e l'irrigazione a goccia va inserita nel bilancio idrico. In base alla stagione, può variare il volume restituito a seconda della pluviometria. La coltura necessita di irrigazione soprattutto nelle fasi di trapianto ingrossamento della testa.

La raccolta deve avvenire quando la testa ha raggiunto le dimensioni desiderate: a 60-70 giorni dal trapianto nelle cultivar precoci, 70-90 in quelle medio-precoci e oltre 90 giorni in quelle tardive. Negli impianti per la produzione destinata all'industria, la raccolta viene eseguita meccanicamente con una sola passata. In Italia la produzione si attesta mediamente tra 400 a 500 quintali ad ettaro (Istat 2016).