È prassi che l'assemblea ordinaria accolga la proposta del consiglio generale, che vota i candidati alla presidenza individuati dalla commissione di designazione tramite precedente consultazione dei soci.
FederUnacoma - proseguimento in forma federativa di Unacoma e parte di Confindustria in Italia e di Cema, Egmf e Euromot in Europa - è nata nel 2012 e da allora ha riunito e rappresentato i costruttori italiani di macchine agricole che insieme realizzano l'80 per cento della produzione nazionale dei vari comparti, con un export pari al 60 per cento.
DLG, o German agricultural society, ha subito colto l'occasione per porgere le proprie congratulazioni e porre alcune domande al neopresidente della federazione.
Malavolti, quali saranno gli obiettivi del suo mandato?
"Mi prefiggo in primis la continuazione dell'attività di potenziamento dell’internazionalizzazione, portata avanti da diversi anni in FederUnacoma con successi nel settore della componentistica ed in altri settori. Un ulteriore obiettivo del mio mandato sarà il consolidamento del comparto tecnico, che si traduce nel fornire assistenza agli associati nel risolvere problemi ed interagire con le terze parti, principalmente istituzionali.
Da non dimenticare l'importanza del rafforzamento del Cema - organizzazione di rappresentanza di tutte le associazioni di costruttori europei - e dell'attività di lobby, cruciale tanto a livello europeo quanto a livello locale poiché influenza l’operatività dei Piani di sviluppo rurale. La gestione dei Psr è infatti affidata alle regioni - che ricevono dallo Stato membro Ue una parte dei fondi allocati dal "Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020" finanziato dal Feasr - rendendo fondamentale l'attività di lobby non solo a Bruxelles, ma anche sul territorio italiano.
Infine, a mio avviso, un'altro punto cruciale è la formazione delle aziende su temi trasversali, quali la finanza, il mondo assicurativo ed il settore dei materiali".
Considerata la sua grande esperienza, parleremo di un nuovo presidente che rispetta le tradizioni oppure cambia "rotta"?
"La mia candidatura è certamente in continuità con l'operato del presidente Goldoni e dell'intera federazione che ha svolto un ottimo lavoro a livello sia associativo sia fieristico. Ho intenzione di introdurre spinte maggiori su alcuni temi, innovative ma non di rottura".
In passato, DLG e FederUnacoma non hanno trovato molti punti d’incontro. Possiamo sperare in alcuni cambiamenti?
"I punti d’incontro si trovano all'interno del mercato vasto e segmentato in cui operano la German Agricultural Society e FederUnacoma che, essendo gli enti organizzatori di Agritechnica ed Eima, risultano i candidati ideali per lavorare a progetti comuni. Al momento, sono più propenso a continuare i progetti precedentemente intrapresi, ma non escludo possibili collaborazioni future".
Un momento di Agritechnica 2015
In qualità di ex-presidente di Comacomp, lei possiede un quadro generale del settore della componentistica. Quali sono i comparti che hanno visto i maggiori sviluppi di mercato?
"Sicuramente il mercato dei componenti sta vivendo un buon periodo in Italia ed all'estero. In particolare, Comacomp ha registrato una spinta sul mercato del primo equipaggiamento ed una situazione stabile sul mercato dell’after market, con all'incirca gli stessi numeri dello scorso anno nelle vendite interne e nelle esportazioni".
Come Comacomp supporta le aziende italiane o straniere?
"Incentrata principalmente sull'internazionalizzazione, Comacomp organizza sia collettive con gli associati e con altri membri di FederUnacoma - in collaborazione con l'agenzia Ice - sia missioni all'estero e iniziative particolari, tra cui incontri business to business, visite presso altre aziende e missioni esplorative. Lo scopo è conoscere nuovi mercati potenziali per il settore della componentistica in Sud America ed in Estremo Oriente.
In più Comacomp propone un servizio tecnico di assistenza sulle nuove normative e seminari di formazione su temi specifici, come il protocollo Isobus".
Numerosi associati Comacomp partecipano da anni al salone specialistico Systems and Components di Agritechnica. Come considera questa piattaforma? Quali sono i suoi punti di forza?
"Vedo Systems and Components in modo positivo, così come considero positiva l'esperienza del salone Eima Components. Ci tengo a sottolineare che il target di pubblico dei componentisti differisce da quello dei costruttori tanto in Italia quanto in Germania e che la specializzazione paga in termini di qualità delle visite e d’interesse del costruttore.
Dopo anni di manifestazioni molto dispersive, l'organizzazione di Systems and Components ed Eima Components ha portato ad una concezione delle struttura fieristica decisamente vincente, con un conseguente innalzamento qualitativo delle due rassegne".
Logo di Systems and Components 2017
Agritechnica ed Eima sono le due manifestazioni di riferimento nel panorama delle fiere di meccanizzazione agricola. Secondo lei, quali sono le differenze e quali le potenzialità?
"Le differenze sono relativamente poche per via del format pressoché uguale ma, se esaminiamo le due esposizioni nel dettaglio, capiamo che le differenze sono di carattere geografico e d’interesse di mercato.
Ospitata in un quartiere fieristico esteso, Agritechnica si è specializzata nella componentistica e nelle colture estensive, mentre Eima si è focalizzata maggiormente sulle produzioni di nicchia e sulle tecnologie meccaniche per le coltivazioni tipiche dei diversi territori. Le due fiere mi sembrano complementari piuttosto che antagoniste".
Manifestazioni come Agritechnica ed Eima hanno un grande potenziale. Secondo lei, quali sono le strategie più idonee per arricchire in contenuti tale potenziale?
"Ripeto: occorre scegliere il proprio target, il proprio bacino d’utenza e specializzarsi in quello per soddisfare il mercato. Agritechnica è orientata sugli agricoltori con grandi possedimenti e colture estensive. Diversamente Eima ha preferito produzioni con un valore aggiunto più alto, ma realizzate su superfici ridotte.
Differenti per la scelta del target, le rassegne risultano entrambe vincenti e capaci di attrarre numerosi visitatori e costruttori.
Negli ultimi tempi, stiamo assistendo ad un aumento del numero - oggi triplicato - di manifestazioni specialistiche e ad una trasformazione radicale della figura dell’agricoltore, che oggi ricopre un ruolo qualificato e gestisce l'azienda come un'industria.
Del resto l'avvento della connettività e dell'Industria 4.0 richiede personale aggiornato e a conoscenza delle novità sul mercato. Riflessi di tale cambiamento, le grandi fiere stanno puntando su una sempre maggiore professionalizzazione e si configurano sempre più come occasioni di formazione".
Intervista a cura di Nicoletta Frioni e Kirsten Welter, Dlg Italia
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DLG Italia: Nicoletta Frioni, Kirsten Welter
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Fonte: Dlg