I dati sono stati diffusi a Verona, nell’ambito di Fieragricola, nel corso della conferenza stampa di FederUnacoma, la federazione dei costruttori italiani di macchine agricole aderente a Confindustria. Nell’area europea Francia e Germania si impongono sugli altri Paesi con percentuali di crescita superiori rispetto alla media continentale: in Francia le immatricolazioni di trattrici segnano a fine anno un attivo del 10% (42.600 macchine immatricolate) a conferma di un quinquennio formidabile (+46% dal 2009 al 2013); mentre in Germania il mercato chiude a 36.250 macchine, lo stesso quantitativo dello scorso anno, che aveva registrato una crescita del 27%, dopo l’altro vistoso incremento (+26%) avutosi nel 2011. In questo scenario internazionale crescono le esportazioni di macchine italiane, che secondo i dati Istat sul commercio estero segnavano ad ottobre 2013 un incremento complessivo del 5%, che consolida il trend positivo degli ultimi anni (+31% nel periodo 2009-2012); e si incrementa la produzione delle industrie italiane di settore, che dovrebbe raggiungere i 7,7 miliardi di euro complessivi.
Il mercato interno risulta ancora in fase negativa. Le immatricolazioni di trattrici sono scese nel 2013 a quota 19.017 (-1,7% sul 2012), toccando il livello più basso dal dopoguerra. Al calo delle trattrici si aggiunge quello delle trattrici con pianale di carico (motoagricole), che segnano un passivo del 16,7% in ragione di 946 unità immatricolate, e quello del 5,7% per i rimorchi, che si fermano a 9.704 unità immatricolate. Il mercato nazionale è ancora condizionato dalla bassa redditività e dalla debolezza strutturale delle imprese agricole che, secondo un’indagine effettuata da Nomisma per conto di FederUnacoma, da cinque anni a questa parte hanno drasticamente ridotto gli acquisti di macchine agricole (appena il 28% ha effettuato investimenti nella meccanizzazione, contro il restante 72% che non ha effettuato alcun acquisto). Secondo l’indagine la maggior parte delle imprese agricole è orientata a non effettuare acquisti per i prossimi tre anni, mentre i contoterzisti sembrano essere propensi a investire, categoria alla quale oltre il 33% delle imprese agricole ormai ricorre per le lavorazioni stagionali, con un’incidenza particolarmente alta nelle aziende di maggiori dimensioni (sopra i 50 ettari) che negli ultimi dieci anni vedono aumentate del 94% il numero di giornate in cui hanno fatto ricorso ai contoterzisti (da 14,8 a 28,7).
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Fonte: FederUnacoma