Marchio famoso per le macchine sportive, Porsche è strettamente legato anche al mondo delle macchine agricole. Ferdinand Porsche - boemo di lingua tedesca nato nel 1875 in un paesino tra le montagne a nord di Praga e figlio di un meccanico e fabbro ferraio – è stato uno dei più grandi progettisti nella storia motoristica non soltanto per le automobili ma anche per i trattori.

Questo il tema del convegno “Quando la Porsche era un trattore” tenutosi a Eima International, la rassegna bolognese delle macchine agricole che si è conclusa lo scorso 11 novembre, che ha visto la presenza di William Dozza, giornalista e storico della meccanizzazione e Nello Salzapariglia, industriale e collezionista, nonché presidente del Gamae il Gruppo amatori macchine agricole d’epoca

"Nel 1914 Ferdinand Porsche, divenuto direttore tecnico della Austro Daimler di Wiener Neustad, progetta il "Kraftprotze" o "cavallo Daimler" – racconta William Dozza - un veicolo leggero (1700 kg), dotato di un motore a quattro cilindri raffreddato ad aria di 14,5 Cv, di due ruote motrici anteriori, e adatto a sostituire i cavalli nei traini e a funzionare come trattore agricolo. Lo scoppio della guerra trasforma il veicolo agricolo in un mezzo per trascinare l’artiglieria, ma l’esperienza di Porsche nei trattori avrà una nuova stagione fortunata nel primo dopoguerra".

"Dopo aver progettato la famosa “auto del popolo”, quella che poi fu chiamata “Volkswagen”, Ferdinand Porsche riceve da Adolf Hitler l’incarico di realizzare un trattore leggero ma robusto e capace di prestazioni di alto livello, un mezzo da produrre su vasta scala per mantenerne basso il prezzo e renderlo disponibile a un’ampia platea di utenti. Una specie di Volkswagen dei campi, quindi, il cui progetto non a caso viene chiamato "Volksschlepper", “Volkspflug” o “Volkstraktor”, diciture che esprimono tutte lo stesso concetto.
Ma la produzione su larga scala arriva con il trattore modello “113”
prosegue Dozza - un trattore tradizionale equipaggiato con motore diesel bicilindrico in linea. Un decreto del Governo all'inizio del 1940 stabilisce che se ne dovranno produrre 300 mila esemplari l’anno, in un gigantesco stabilimento che sarebbe sorto vicino a Colonia, così da poter coltivare le terre che si pensava sarebbero state conquistate con la seconda guerra mondiale".

La fine della guerra segna per Ferdinand Porsche l’inizio di un periodo di vicissitudini di carattere giudiziario. "Assolto dalle autorità militari inglesi e americane – spiega Dozza - nel dicembre del 1945 viene arrestato con un inganno dai francesi che lo incarcerano senza neanche comunicargli i capi d’imputazione. Solo nel luglio del 1947 viene scarcerato a fronte di una cauzione di un milione di franchi, pagata grazie all’intervento dell’industriale italiano Pietro Dusio, che ottiene in cambio da Porsche i progetti di una vettura da corsa (sarà la Cisitalia), di un generatore a turbina e ancora di un trattore. La Porsche Diesel, industria specializzatasi nella fabbricazione di trattori, cesserà l’attività alla fine del 1963, facendo scomparire definitivamente il marchio Porsche dal mercato dei mezzi agricoli. Scorte e ricambi verranno ceduti alla francese Renault".





Porsche Diesel Super 3 cil