"L'essere scesi sotto i 150 infortuni mortali all'anno nel settore agricolo, più che un motivo di festeggiamento, ci pare essere l'occasione di riflettere, per le imprese agricole ed agromeccaniche da un lato, per i dipendenti dall'altro ma anche da parte del legislatore e degli enti deputati a svolgere attività di controllo, prevenzione ed educazione in materia di sicurezza sul lavoro, su quali ulteriori iniziative debbano essere messe in atto, congiuntamente, per ridurre ulteriormente gli infortuni e soprattutto i decessi".

E' questo il commento del presidente di Confai, la Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, Leonardo Bolis, sui dati dell'Inail riguardanti gli incidenti sul lavoro.

"La sempre maggior professionalità degli operatori in agricoltura e la crescente presenza dei giovani sono elementi senza dubbio positivi per il contenimento degli infortuni – dichiara Bolis – ma serve che venga attuata una politica per la sicurezza che non sia vessatoria e astratta per le imprese e per gli imprenditori, ma che premi, con sgravi e agevolazioni, quelle realtà che rispettano i parametri di sicurezza richiesti dalle norme".

Confai sottolinea che la maggior parte degli incidenti mortali non avviene su strada ma durante le operazioni di lavoro, in quanto vengono impiegati mezzi obsoleti e tecnologicamente non idonei ad assicurare l'incolumità dei conducenti o di chi li utilizza: la Confederazione sottolinea quindi che dovrebbero essere promosse iniziative concrete per modernizzare il parco macchine agricole.

Infine, Confai fa notare che alla diminuzione degli infortuni in agricoltura hanno senz'altro contribuito le imprese di meccanizzazione agricola, alle quali è affidata ormai oltre il 98% delle operazioni di raccolta e più del 70% delle altre lavorazioni in campo.

L'auspicio di Confai è che nella Pac 2013 trovino posto specifici contributi per aumentare la sicurezza sul lavoro, calibrati anche sulle necessità delle imprese agromeccaniche. "Escluderle significherebbe non cercare di migliorare la sicurezza del settore primario ma accontentarsi nell'assecondare un trend positivo, dovuto in parte alla presenza di giovani, che sono maggiormente predisposti a guidare ed operare con i nuovi e moderni mezzi agricoli".