Il mercato delle macchine per il movimento terra e la cantieristica registra una ripresa a livello mondiale, ma in Italia continua la fase negativa.

Grazie ad una ripresa delle attività edilizie e delle grandi opere, dopo la crisi economica del 2009, il mercato mondiale ha segnato nel 2010 una crescita complessiva del 60%, con un totale di oltre 600 mila macchine vendute, comprendenti apripista, escavatori, pale meccaniche, terne, miniescavatori, dumper, sollevatori telescopici e le altre tipologie di mezzi per la cantieristica. L'Italia non aggancia la fase positiva, trainata soprattutto dai Paesi emergenti (Cina e India in particolare, ma anche Paesi dell'America Latina), e dopo aver chiuso il 2010 con una flessione dell'8,9% risulta in affanno anche nei primi mesi del 2011, con una flessione nel trimestre che si stima fra il 5 e il 10%.

Il quadro del settore – così come emerge dall'Osservatorio specifico realizzato da Prometeia su incarico di Comamoter (Unacoma), l'associazione che nell'ambito di Confindustria rappresenta le industrie del settore movimento terra – resta molto critico per la stasi delle attività edilizie. D'altra parte, gli effetti rivitalizzanti per il mercato prodotti dagli incentivi, in particolare della Tremonti Ter, sono stati limitati al solo secondo trimestre dello scorso anno.

Per rilanciare il settore è stato convocato per il 14 aprile prossimo – su richiesta di Comamoter e delle altre sigle che rappresentano i vari comparti della cantieristica – un tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico, con la partecipazione anche di rappresentanti del ministero dell'Ambiente.

La stagnazione delle grandi opere e delle attività edilizie, la mancanza di un sistema di incentivazione, le difficoltà economiche nelle quali versano le imprese del settore e le conseguenze della crisi sul piano anche occupazionale sono i temi in agenda per questo tavolo di lavoro, che non potrà non considerare anche il problema delle nuove normative in materia di emissioni dei motori, che rappresentano un vincolo pesante per le industrie del settore. La Commissione Ambiente del Parlamento ha recentemente concesso, accogliendo le istanze portate avanti dall'Unacoma, una flessibilità per le macchine equipaggiate con motori non allineati ai nuovi parametri (concedendo per le macchine movimento terra una quota di tolleranza pari al 30%, e prorogando la durata del provvedimento dal 2013 al 2015), ma l'adeguamento tecnico rappresenta per le industrie della meccanizzazione un onere particolarmente pesante in questa fase economica, che porta preoccupazioni anche sul fronte delle esportazioni.

"Nel triennio 2011-2013 prevediamo che il mercato delle macchine movimento terra avrà, oltre che incrementi nei Paesi emergenti, un'importante ripresa negli Stati Uniti, che rappresentano uno dei mercati di sbocco per le nostre imprese – spiega Massimo Goldoni, presidente di Unacoma – Tuttavia la crisi politica che ha investito il Nord Africa, il Medio Oriente e la stessa Penisola Arabica non potrà non avere ripercussioni sulle nostre imprese".

"La prossimità geografica – aggiunge Goldoni – fa di questi Paesi uno sbocco naturale per l'industria italiana, e dobbiamo prevedere che l'attuale crisi politica produrrà un rallentamento delle attività economiche in questi Paesi, con minori investimenti nell'acquisto di mezzi meccanici".