"Rivedere anche prima del 2013 i piani di sviluppo rurale consentendone l'accesso anche alle imprese agromeccaniche e, in particolare, a quelle misure destinate all'innovazione nell'area della meccanica, dei trattori, delle macchine operatrici e degli implements". E' questa secondo Confai una priorità per il 2011.
"In questo modo si raggiungerebbe un duplice obiettivo" dichiara il presidente di Confai, Leonardo Bolis: utilizzare le risorse messe a disposizione dell'Unione europea, senza costringere le aziende a intraprendere folli corse alla spesa per scongiurare il rischio di restituire a Bruxelles delle risorse non utilizzate e, allo stesso tempo, consentire al settore primario Italiano di restare al passo con i competitor esteri. Secondo il presidente della Confederazione agromeccanici, "in Italia, la futura programmazione per la ripartizione dei fondi comunitari destinati al Psr dovrò essere profondamente rivista e, non solo per evitare una lotta contro il tempo".
"Infatti - dice la Confai - il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, nello scorso mese di ottobre, denunciava che dei 552 milioni di euro assegnati dall'Ue alle Regioni Italiane in materia di sviluppo rurale, oltre 320 milioni risultavano a rischio di 'disimpegno automatico'. Con una successiva nota il Mipaaf comunicava che, poco prima di Natale, erano stati erogati ben 224 milioni di euro di contributi pubblici, corrispondenti ad una quota comunitaria di 117 milioni di euro e con la riduzione del rischio di disimpegno a soli 157,3 milioni di euro. Successivamente, con uno sforzo congiunto fra Regioni, organismi pagatori ed enti vari, si è arrivati a 'compiere il miracolo' di utilizzare tutti i fondi Psr destinati all'Italia".
Questo sprint all'utilizzo di risorse, secondo Confai, mette comunque in luce l'incapacità dell'Italia di utilizzare in maniera appropriata i fondi comunitari. "Certamente - afferma Bolis - non avviene così in tutte le Regioni, anzi alcune potrebbero, al contrario, impegnare e spendere anche il triplo di quanto loro assegnato. Tuttavia, il problema resta irrisolto a livello nazionale, per motivi sia burocratici che di scarsa operatività in molte Regioni".
Che fare per evitare danni maggiori per il prossimo futuro?, si chiede dunque Confai. "Alcune soluzioni ci sarebbero - dice Bolis - Una di queste consisterebbe nell'unificare la gestione finanziaria e l'erogazione dei fondi a livello nazionale, in modo da realizzare compensazioni tra i livelli di spesa delle varie Regioni. L'unica controindicazione sarebbe un certo grado di ritorno ad una politica agricola nazionale più centralizzata e quindi diminuendo i poteri decisionali delle Regioni".
Un'altra proposta di Confai per una spesa più' efficiente passa attraverso il ruolo delle imprese agromeccaniche. Secondo Confai, nel panorama attuale dell'agricoltura Italiana sono proprio queste imprese ad investire più di tutte nella meccanizzazione, nonostante la crisi generale del settore primario. "Purtroppo, però, alle nostre imprese è precluso l'accesso ai piani di sviluppo rurale, poiché manca una semplice norma per il riconoscimento della loro appartenenza al mondo agricolo. Non è mai troppo tardi per ravvedersi degli errori" conclude Bolis.
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