La crisi economica non risparmia l’industria italiana delle macchine agricole. Da anni ai vertici mondiali per capacità produttiva e volumi d’esportazioni, il settore non è più la “corazzata” degli anni passati. Lo dimostra l’indagine realizzata dall’associazione costruttori Unacoma, presentata questa mattina a Bologna in un Convention sul tema “Sostenere la meccanizzazione: i tempi, le risorse, gli strumenti”.
Il 66% delle aziende associate Unacoma – oltre 13 miliardi di fatturato complessivo nel 2008, con il 70% della produzione collocato sui mercati esteri – ha subito un calo del fatturato nel mese di gennaio, e il 39% di queste segna passivi superiori al 30%. Nei prossimi sei mesi, l’80% delle imprese di settore prevede ulteriori cali di fatturato, e il 20% di queste stima una flessione superiore ai 30 punti percentuali.
Una netta maggioranza di industrie – oltre il 75% - avrà nei prossimi sei mesi cali nelle esportazioni: il 31% di queste prevede un negativo compreso tra l’11 al 20%, mentre il 17% prevede cali superiori ai 30 punti percentuali.
Riflessi pesanti anche sul piano occupazionale, con il 53% delle imprese che annuncia riduzioni di personale nei prossimi sei mesi e il 38% che prevede il ricorso alla cassa integrazione. Unacoma ha calcolato che i posti di lavoro a rischio, tra diretto e indotto, sono 35mila su un totale di 100mila circa. La crisi internazionale, dunque, investe anche il comparto della meccanizzazione agricola che pure aveva dimostrato di resistere più di altri alla congiuntura negativa e che aveva chiuso il 2008 con una crescita complessiva della produzione del 7,5%.
 
Il settore comincia a pagare il prezzo della crisi e si allinea con l’andamento generale dell’industria nazionale che – secondo i dati diffusi in questi giorni da Confindustria – segna cali di produzione del 16% nel mese di gennaio e del 15% nel mese di febbraio, e una riduzione delle esportazioni nel mese di gennaio pari al 30%, il peggiore risultato dal 1993.
 
“A fronte di questa situazione – ha sostenuto il presidente dell’Unacoma Massimo Goldonici aspettavamo un sostegno dal Governo, che sino ad oggi ha invece emanato decreti solo a favore di altri settori, vedi quelli dell’automobile, degli scooter e degli elettrodomestici, dimenticando l’importanza che la meccanizzazione riveste nelle filiere dell’agricoltura e delle costruzioni”.
"Non sono bastati i numerosi interventi dell’Associazione presso i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Agricoltura – ha spiegato Goldoni - per ottenere la dovuta attenzione, ed oggi, senza un provvedimento di sostegno al rinnovo del parco macchine, rischiamo di penalizzare uno dei pochi settori vincenti del Made in Italy."
 
Entrare nell’agenda di Governo – sostiene Unacoma - è necessario ed urgente, così come aggregare tutti i soggetti che a vario titolo sono interessati nella meccanizzazione: le organizzazioni professionali agricole, l’industria delle costruzioni, le organizzazioni sindacali, la rete di vendita.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare il Governo, ma anche esercitare una pressione sulle amministrazioni locali, responsabili di ritardi e inefficienze nell’applicazione dei Piani di sviluppo rurale, che rappresentano attualmente l’unico strumento che prevede finanziamenti per l’acquisto delle macchine agricole. Importanti in questo contesto gli interventi alla Convention di Stefano Leporati della Coldiretti sull’attuazione dei Psr, di Marco Severi della Sace sui crediti alle imprese e di Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia Romagna.