La migliore risposta a tutti i dubbi che possono sorgere nel momento della scelta del mezzo più adatto possono essere fugati solo facendo prove sul campo, nelle condizioni più diverse e variegate. Per essere affidabili questi test devono essere condotti su materiali differenti ma devono raggiungere sempre lo stesso risultato: testimoniare l’efficacia o meno della macchina.
Si è quindi voluto seguire questo approccio sperimentale e mettere alla prova la nuova gamma Turbofarmer, quella dei sollevatori telescopici dedicati all’impiego agricolo ed omologabili come trattrice al traino su strada. Si sono scelti due luoghi lontani e diversi per tipologia di lavoro, uno in Inghilterra, l’altro in Italia e si sono equipaggiate le macchine in prova con le stesse dotazioni per valutare in modo omogeneo il comportamento. Il confronto è avvenuto effettuando l’insilato di erba e quello di mais.
La prima possibilità di verifica ci è stata fornita dalla più importante manifestazione del Regno Unito di macchine adibite alla produzione e lavorazione del foraggio, il Grassland 2005 della contea del Warwickshire, vicino a Coventry.
Nel campo adibito ad area dimostrativa il Turbofarmer P 40.7 Top aveva il compito di am-massare velocemente e compattare in modo ottimale le enormi quantità di erba che veni-vano continuamente trasportate dalle zone di taglio.
L’erba, molto umida e scivolosa, ha messo a dura prova più di un nostro concorrente; è stata invece il palcoscenico ideale per il Turbofarmer che ha potuto dare una vera dimostrazione di potenza e di agilità, addirittura effettuando percorsi trasversali senza mai perdere in aderenza. Tutto grazie alla progressività di controllo della trasmissione idrostatica ed al grip delle ruote radiali da 24 pollici.
Lo stesso approccio sperimentale è stato seguito in Italia, alla metà di settembre, quando, presso l’azienda agricola dei fratelli Chiavazza di Savigliano (Cn), si è testata la risposta della macchina nell’insilaggio del mais.
Il materiale si è subito dimostrato essere più soffice ed asciutto di quello provato in Inghilterra quindi con un tasso di “affondamento” maggiore e problematiche di aderenza diverse.
Anche in questo caso il Turbofarmer ha confermato la piena controllabilità sia nella salita sul mucchio che nelle fasi di ammassamento e di spinta, manifestando doti di cavallo di razza grazie all’esuberanza del motore da 140 cavalli.
I risultati di entrambe le prove, hanno confermato la bontà di un progetto tecnologicamente avanzato sottolineandone l’affidabilità e l’efficienza.
È stata anche l’occasione per smentire la leggenda che la trasmissione idrostatica è soggetta a surriscaldamento: grazie all’innovativo radiatore in alluminio ad alta efficienza le temperature di esercizio del liquido di raffreddamento del motore e dell’olio idrostatico sono rimaste sempre ampiamente sotto i limiti durante tutte le fasi di lavoro.

Per ulteriori informazioni: www.merlo.it