Ieri - 24 luglio 2025 - il Consiglio dei Ministri ha approvato il Disegno di Legge d'iniziativa del Governo contenente "Misure di consolidamento e di sviluppo del settore agricolo", presentato dal ministro all'Agricoltura Francesco Lollobrigida, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento.
Il provvedimento - che stanzia un miliardo e 156,5 milioni di euro in tre anni a partire dal 2026 per il settore agricolo, unitamente ad iniziative volte a favorire la semplificazione delle procedure di pagamento degli aiuti e la ricerca di settore - è stato presentato ieri pomeriggio, 24 luglio 2024, nella sala stampa di Palazzo Chigi dal ministro Lollobrigida e sarà il collegato agricolo alla Legge di Bilancio dello Stato per il 2026, che in autunno inizierà il suo iter in Parlamento.
Il ministro, nel presentare il Disegno di Legge denominato ColtivaItalia ha detto: "Questo intervento permette nella fase attuale, in cui l'Europa fa scelte che segnano un passo indietro rispetto ai trattati fondativi, di andare avanti avendo una direzione. La proposta finanziaria che la Commissione ci propone, nonostante il lavoro di Fitto che ringrazio, non è all'altezza dei tempi e delle sfide future. L'agricoltura italiana però nel 2024 è stata la prima per valore aggiunto e per crescita del reddito degli agricoltori, e con ColtivaItalia guarda avanti e semina per raccogliere nel futuro".

Un momento della conferenza stampa di ieri, al centro il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida
(Fonte: Masaf)
Il ministro ha inoltre sottolineato come "Gli esiti e i frutti di questo provvedimento saranno importanti e li vedremo perché sosteniamo le filiere, il ricambio generazionale e la ricerca. Non lo facciamo per raccogliere consenso, ma per garantire alle future generazioni scelta, cibo di qualità e benessere".
Con queste misure il Governo Meloni, che in questi anni ha già investito oltre 11 miliardi di euro nel settore agricolo, intende porre le basi per un modello produttivo più solido, sostenibile, giovane e tecnologico. "Vogliamo mettere chi lavora la terra nelle condizioni di guardare al futuro con fiducia, investendo in strumenti moderni e in una visione strategica di lungo periodo", ha infine aggiunto il ministro Lollobrigida.
Il piano, con uno stanziamento complessivo di un miliardo e 156,5 milioni di euro, distribuito nel periodo 2026-2028, mira a rafforzare l'autonomia produttiva dell'agricoltura italiana, sostenendo in modo strutturale i settori chiave e valorizzando le filiere agroalimentari del Paese. A seguire le principali misure previste dal Disegno di Legge.
Fondo per la Sovranità Alimentare, 300 milioni per gli investimenti
II primo articolo del Disegno di Legge prevede il rifinanziamento per il triennio 2026-2028 del Fondo per la Sovranità Alimentare con 370 milioni di euro, sul quale attualmente per il 2026 restano circa 33,7 milioni. Per quanto riguarda la mission originaria del Fondo per la Sovranità Alimentare, vengono stanziati 30 milioni in più sul 2026 e 40 milioni per il 2027.
Inoltre al Fondo per la Sovranità Alimentare, che fino ad ora ha finanziato il rientro in coltivazione di 175.853 ettari abbandonati ora destinati a colture strategiche quali frumento e soia mediante aiuti alla produzione, viene attribuita una nuova funzione, quella di incentivare investimenti nel settore agricolo. Per questo scopo vengono appostati complessivamente 300 milioni nel triennio, in particolare 50 milioni nel 2026, 100 milioni nel 2025 e 150 milioni nel 2028.
Per sapere come saranno spesi questi denari occorrerà attendere, una volta approvata la legge, l'emanazione di uno o più decreti del ministro dell'Agricoltura, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, che definiscano i criteri e le modalità di finanziamento degli investimenti.
Credito d'imposta ai trasformatori nella filiera del frumento
L'articolo 2 del provvedimento prevede un credito d'imposta sugli investimenti in favore dei trasformatori della filiera del frumento, a patto e condizione che abbiano sottoscritto con la parte agricola contratti di filiera. L'importo da concedere in credito d'imposta a molini e pastifici è di complessivi 10 milioni di euro e può variare dal 20% al 40%, a seconda della durata del contratto. In particolare il 20% di credito d'imposta sugli investimenti sarà concesso ai trasformatori con contratto di filiera di tre anni, il 30% per durata di 4 anni ed il 40% andrà a chi ha sottoscritto intese di durata quinquennale.
L'incentivo sarà utilizzabile per finanziare gli investimenti effettuati entro il 15 novembre 2026 per l'acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, finalizzati al miglioramento qualitativo delle produzioni, nonché per attività di ricerca.
L'articolo 2 fissa anche i criteri generali che i trasformatori dovranno rispettare nella redazione dei contratti di filiera con gli agricoltori: contratto con durata minima di 3 anni e fino ad un massimo di 5, un prezzo di cessione del frumento fisso negli anni di vigenza dell'accordo, misure di mitigazione del rischio di svalutazione del prezzo minimo pattuito.
Più in dettaglio, toccherà ad un Decreto del ministro dell'Agricoltura e del ministro dell'Economia definire le tipologie di investimenti ammissibili e le modalità attuative per l'applicazione del credito d'imposta, inclusi i requisiti specifici per la qualificazione dei contratti di filiera ammissibili, la documentazione necessaria per attestare le spese sostenute e la conformità ai requisiti, le procedure per la richiesta e l'ottenimento del beneficio, le modalità di controllo e revoca, ed eventuali limiti massimi di spesa ammissibili per ciascun beneficiario.
Inoltre, ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, tale misura è soggetta all'obbligo di notifica ai sensi dell'articolo 108 del medesimo Trattato ed entra in vigore a partire dalla data di notifica della decisione della Commissione Europea che approva il regime di aiuti.
Linea vacca vitello, 300 milioni di aiuti
L'articolo 3 del provvedimento prevede l'attribuzione di aiuti agli allevatori singoli e associati per incentivare la linea vacca-vitello per la produzione della carne per complessivi 300 milioni nel periodo 2026-2028. In particolare, sono stanziati 50 milioni di euro per il 2026, 50 milioni di euro per il 2027 e 200 milioni di euro per il 2028 da attribuire con il regime de minimis e secondo criteri da definire mediante Decreto del ministro dell'Agricoltura di concerto con il ministro dell'Economia e mediante intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Complessivamente, il 70% del contributo sarà a favore della filiera orientata alla carne e il 30% a favore della filiera a duplice attitudine carne-latte. Un aspetto qualificante di questa misura è che sarà finanziata con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione programmazione 2021-2027.
I contributi, in particolare, sono concessi per investimenti finalizzati a:
- l'acquisto di manze iscritte a libri genealogici in programmi genetici di selezione con orientamento alla carne o alla duplice attitudine carne-latte ovvero l'allevamento per un periodo minimo di 24 mesi di bovini riproduttori di sesso femminile iscritti ai libri genealogici in programmi genetici di selezione con orientamento alla carne o alla duplice attitudine carne-latte, con l'obiettivo di incrementare la consistenza aziendale di vacche nutrici per la produzione di ristalli da ingrasso;
- la produzione di vitelli ottenuti dall'incrocio tra bovine di razze da latte o a duplice attitudine con tori di razze specializzate per la produzione di carne anche mediante l'uso di seme sessato di tori che soddisfano il requisito minimo dell'incremento di capi in misura pari o superiore al 40% sul numero di parti rispetto a quelli dell'anno precedente alla domanda in misura;
- lo svezzamento e l'accrescimento del vitello da 60 a 200 chilogrammi con una permanenza in stalla di almeno 6 mesi;
- l'accrescimento del bovino da 200 a 500 chilogrammi con una permanenza in stalla minima di 12 mesi.
Ad imprenditoria giovanile e femminile 150 milioni
L'articolo 4 del Disegno di Legge è finalizzato a promuovere e sostenere l'imprenditoria giovanile e femminile nel settore agricolo. In particolare, viene autorizzata una spesa pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026, 2027 e 2028, destinata a finanziare le agevolazioni previste dal Titolo I, Capo III, del Decreto Legislativo 21 aprile 2000, n 185, tra le quali la previsione di migliori condizioni per l'accesso al credito, in favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile.
L'intervento risponde all'esigenza strategica di favorire il ricambio generazionale e la valorizzazione dell'imprenditoria femminile nel comparto agricolo, settori che rappresentano un motore fondamentale per l'innovazione, la sostenibilità e la competitività dell'agricoltura italiana. In questo caso valgono le norme attuative vigenti e non sarà necessario emanare nuovi decreti ministeriali. Anche questa misura è finanziata dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027.
Xylella, un piano da 300 milioni
L'articolo 4 autorizza una spesa complessiva di 300 milioni di euro così ripartita: 50 milioni di euro per l'anno 2026, 50 milioni di euro per l'anno 2027 e 200 milioni di euro per l'anno 2028 al fine di contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa aiutando gli olivicoltori.
Tali risorse sono finalizzate all'attuazione di un Piano Strategico Nazionale che includa misure di investimento per il reimpianto di oliveti tramite cultivar resistenti e riconversioni colturali verso altre colture.
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Il Piano è adottato con Decreto del ministro dell'Agricoltura, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e con il Ministero per gli Affari Europei, il Sud e le politiche di coesione, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge.
L'intervento si inserisce in continuità e ampliamento rispetto al precedente Piano Straordinario per la Rigenerazione Olivicola della Puglia (Dm 6 marzo 2020, n 2484), già finanziato con risorse Fsc e altri fondi per un totale di 149 milioni di euro. Tuttavia, i fondi finora impiegati si sono rivelati insufficienti: per la sola misura di reimpianto sono state presentate oltre 8.100 domande, con una richiesta complessiva superiore a 222 milioni di euro, a fronte di una disponibilità di soli 80 milioni, coprendo meno del 35% del fabbisogno.
La previsione di questo nuovo Piano intende colmare il divario tra domanda e risorse disponibili, estendendo l'intervento oltre la sola regione Puglia, con una programmazione triennale, coordinata e strutturata, per rafforzare la resilienza del comparto olivicolo nazionale.
Epizoozie, arriva la sospensione dei mutui
L'articolo 6 del Disegno di Legge prevede - per le aziende agricole e della pesca colpite da epizoozie - la possibilità di avvalersi della sospensione, per la durata di dodici mesi, del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui e dei finanziamenti a rimborso rateale in scadenza nel corso del 2026. La misura si applica ai finanziamenti concessi da banche, intermediari finanziari nonché da altri soggetti abilitati alla concessione del credito.
Per accedere al beneficio, le imprese devono presentare un'autocertificazione attestante una delle seguenti condizioni economiche negative verificatesi nel 2025:
- riduzione del volume d'affari di almeno il 20% rispetto all'anno precedente;
- riduzione della produzione di almeno il 30%;
- nel caso delle cooperative agricole, riduzione del 20% delle quantità conferite o della produzione primaria.
La misura si applica esclusivamente alle imprese che, alla data di entrata in vigore della legge, non risultino classificate come esposizioni deteriorate, secondo la normativa di vigilanza bancaria e finanziaria vigente.
Peste suina, tre milioni alle aziende di stoccaggio
Si prevede la concessione di un contributo pari a 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2026, 2027 e 2028 in favore delle aziende del settore della macellazione per il congelamento e lo stoccaggio, per un periodo minimo di quindici giorni, di suini macellati provenienti da zone di restrizione a causa della peste suina africana.
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Terre ai giovani
Ismea metterà a bando 8.417 ettari che potranno essere assegnati in comodato d'uso gratuito per 10 anni a persone tra i 18 e i 41 anni, con la possibilità di riscatto al 50% del valore iniziale al termine del contratto.
Terre abbandonate e silenti
I comuni mapperanno le terre abbandonate o silenti e dovranno costituire le banche comunali delle terre agricole. A quel punto potranno mettere gli appezzamenti a disposizione, in concessione o affitto, per ridurre la parcellizzazione fondiaria e restituire i terreni alla coltivazione. In questo modo si potrà aumentare la produzione agricola, garantire il contrasto allo spopolamento delle aree interne e contrastare il dissesto idrogeologico.
Ricerca e innovazione, 13,5 milioni di euro
Si rafforzano ricerca e digitalizzazione. Il Crea assumerà 45 nuove unità di personale dedicate alla ricerca. Verranno supportate le aziende agricole sperimentali del Crea e degli istituti agrari con investimenti in agromeccanica di precisione, intelligenza artificiale, sensoristica all'avanguardia e meccatronica. Su tanto sono stati stanziati 13,5 milioni di euro.
Nasce Ageait
Agea si trasformerà in Ageait, Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, Innovazione e Tecnologia, per valorizzare il patrimonio informativo del Sian e guidare l'innovazione nel settore agricolo e della pesca.
Semplificazione
Il Disegno di Legge prevede un pacchetto di semplificazione amministrativa volto a ridurre i tempi burocratici e ad agevolare l'accesso ai fondi pubblici. In quest'ottica, le istruttorie dei Centri Autorizzati di Assistenza Agricola (Caa) diventeranno immediatamente esecutive per le pratiche prive di valutazioni discrezionali, garantendo una attuazione più rapida ed efficiente degli interventi.






























