Con l'arrivo delle alte temperature estive, l'attenzione si sposta sui nuovi alberi appena messi a dimora che necessitano di un'irrigazione quasi quotidiana per sopravvivere e prosperare.
Dopo un maggio caratterizzato da piogge abbondanti, anche se soprattutto al Nord, mentre il Sud sta vivendo una delle peggiori siccità di questo secolo - sappiamo che l'estate è, da sempre, un periodo in cui le grandi precipitazioni sono una rarità. Già dopo pochi giorni di caldo intenso e mancanza di piogge, molti degli alberi recentemente piantati mostrano segni di stress evidenti: alcune foglie sono già cadute, altre sono secche e marroni.
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È perciò imperativo irrigare frequentemente durante la fase delicata di attecchimento, poiché i nuovi impianti, con i loro apparati radicali poco estesi non sono in grado di poter assorbire l'acqua dagli strati più profondi del terreno.
Tuttavia, nonostante la chiara necessità, non è raro imbattersi in capitolati che prescrivono una "bagnatura con autobotte ogni 10 giorni". Questa pratica arcaica e inadeguata mette a rischio non solo la salute degli alberi, ma anche gli investimenti pubblici destinati al verde urbano. Forse si ritiene che risparmiare sull'irrigazione frequente o su sistemi avanzati come l'irrigazione a goccia sia economicamente vantaggioso, ma questo tipo di risparmio può facilmente tradursi in costi maggiori nel lungo termine, quando si devono sostituire alberi morti a causa di un'irrigazione insufficiente.
Gli alberi, soprattutto nelle prime fasi della loro vita, hanno bisogno di cure costanti. L'irrigazione è essenziale per assicurare che le giovani piante sopravvivano e crescano in modo sano. In molte regioni, specialmente in quelle aride o soggette a periodi di siccità, la mancanza di acqua può essere fatale per i nuovi impianti.
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Per rendere realmente efficace la piantagione di alberi, è fondamentale adottare un approccio integrato che preveda non solo la messa a dimora delle piante, ma anche un piano di cura e gestione a lungo termine.
Le risorse devono essere allocate non solo per l'acquisto e l'impianto degli alberi, ma anche per l'irrigazione, la cura del suolo, la protezione contro parassiti e malattie e altre attività di manutenzione. Questo richiede una collaborazione tra enti pubblici, privati e comunità locali, nonché l'implementazione di tecnologie sostenibili per la gestione delle risorse idriche e la cura degli alberi.
Continuare a parlare di piantare alberi senza investire risorse sufficienti nella loro irrigazione e cura è non solo miope, ma anche controproducente. Per fare in modo che le iniziative di piantagione su larga scala abbiano un impatto positivo e duraturo, è necessario un cambiamento di paradigma che ponga l'accento sulla cura e sulla gestione sostenibile. Solo così sarà possibile trasformare le buone intenzioni in risultati concreti e duraturi per il nostro pianeta.
In questo contesto, il ruolo dei volontari assume una fondamentale importanza. Il loro ruolo non è quello di sostituire il gestore pubblico nella cura del verde urbano, ma di supportarlo in modo significativo. Attraverso il loro impegno, i volontari aiutano a garantire la sopravvivenza degli alberi, i cui benefici si estendono a tutta la comunità. Questo contributo non solo integra gli sforzi delle autorità locali, ma assicura anche che gli alberi possano prosperare, migliorando la qualità dell'aria, riducendo le isole di calore urbane e offrendo spazi verdi preziosi per tutti i cittadini. La partecipazione attiva della comunità è essenziale per garantire un futuro più sostenibile e resiliente. È urgente che le autorità locali rivedano le loro politiche di gestione degli alberi urbani, assicurando un'irrigazione adeguata e un supporto costante alle iniziative dei volontari.
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In sintesi, l'irrigazione frequente degli alberi appena piantati è una necessità indiscutibile, non una scelta. L'inefficacia delle attuali pratiche di gestione va denunciata e corretta per garantire che il verde urbano possa prosperare e svolgere il suo ruolo vitale nell'ambiente urbano. Solo con un impegno condiviso e un'azione decisiva possiamo assicurare un futuro più verde e sostenibile per le nostre città.
A cura di Francesco Ferrini, Dagri, Università di Firenze - Associazione Pubblici Giardini, Delegazione Toscana
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