La campagna olivicolo olearia 2023-2024 continua a segnalare aumenti per l'olio extravergine di oliva per l'ottava settimana consecutiva sulle piazze del mercato all'origine rilevate da Ismea. Mentre ieri, 9 gennaio 2024, nelle borse merci di Bari e Milano, si sono registrati nuovi consistenti aumenti che hanno interessato tutti gli extravergini nazionali e di importazione comunitaria.

 

In tutta evidenza, la scarsità di prodotto che si va concretizzando - anche tenendo in debito conto le notizie provenienti dalla Spagna, che confermano un'annata scarsa - continua a rafforzare il vento rialzista sulle quotazioni ufficiali anche se con alcune intonazioni meno decise.

 

Non si registrano variazioni nelle previsioni produttive in Italia, e la situazione delle giacenze al 30 novembre 2023, pur rimanendo preoccupante nel confronto anno su anno, segnala l'ovvio miglioramento dato dal notevole afflusso di prodotto per effetto della campagna di molitura in corso.

 

Borse merci, anno nuovo e prezzi in aumento

Alla Borsa Merci di Bari ieri, 9 gennaio 2024, l'olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4%, titolata in acido oleico, ha toccato i 9,70 euro al chilogrammo sui minimi e 9,90 euro sui massimi, in rialzo di 0,70 euro al chilo sia sui minimi che sui massimi sull'ultima seduta del 12 dicembre 2023, quando il prodotto era rimasto stabile su una forchetta da 9,00-9,20 euro al chilo.

 

Sempre ieri la Commissione Olio ha anche messo in quotazione l'extravergine biologico, che è stato quotato al prezzo unico di 10,50 euro al chilogrammo, in rialzo di 1 euro al chilogrammo sulla quotazione del 12 dicembre 2023.

 

Nuove quotazioni di campagna invece per gli Oli Dop Terra di Bari e Igp Puglia, entrambi fissati al prezzo unico di 10 euro al chilogrammo, un prezzo volato su di 2,60 euro al chilo rispetto ai 7,40 euro dello scorso 13 giugno 2023, ultima seduta nella quale furono quotati questi oli.

 

Alla Borsa Merci di Milano ieri, 9 gennaio 2024, l'olio extravergine di oliva italiano ha toccato i 9,65 euro al chilogrammo sui minimi e 9,90 sui massimi, registrando un incremento di 0,15 euro sulla precedente seduta del 2 gennaio 2024, ma di ben 0,65 euro rispetto alla forchetta di 9,00-9,25 registrata il 19 dicembre 2023, ultima seduta rilevata da AgroNotizie®.

 

Alla Borsa Merci di Milano il 9 gennaio 2024 si rileva per l'olio extravergine di importazione comunitario un aumento di 0,10 euro al chilogrammo sulla precedente seduta del 2 gennaio scorso, con prezzi che si sono portati a 9,40 euro al chilogrammo sui minimi e 9,65 sui massimi. Tali prezzi risultano più alti di 0,65 euro al chilo rispetto alla forchetta di 8,75-9,00 euro registratasi nell'ultima seduta rilevata da AgroNotizie® il 19 dicembre scorso. L'effetto rialzista sui prezzi della nuova campagna olivicola olearia persiste.

 

Prezzi all'origine: ottavo rincaro della campagna 2023-2024

prezzi all'origine nell'ultima settimana sono aumentati per l'ottava volta consecutiva dopo sei settimane di continui ribassi. Secondo Ismea, il prezzo medio nazionale dell'olio d'oliva extravergine alla prima settimana di gennaio 2024 si è attestato a 9,41 euro al chilogrammo, in ulteriore crescita dello 0,02 euro al chilo sui 9,39 euro registrati nella quarta settimana di dicembre 2023 (+0,3%). Si nota nel grafico sottostante come nell'ultima settimana il prezzo medio nazionale dell'olio Evo sia cresciuto ad un tasso di gran lunga inferiore a quello delle settimane precedenti.

 

Si tratta in ogni caso dell'ottavo aumento del prezzo medio dell'olio Evo dalla quarta settimana di settembre, quando l'Evo all'origine aveva raggiunto un prezzo medio nazionale di 9,13 euro al chilogrammo, per poi iniziare una lunga discesa. Il primo segnale di inversione di tendenza era giunto otto settimane fa, quando Ismea sulla terza settimana di novembre 2023 aveva registrato un incremento di 0,06 euro del prezzo medio nazionale sulla seconda di novembre, che si era così portato da 8,20 ad 8,26 euro al chilo.

 

Il prezzo medio della prima settimana di gennaio 2024 riconferma il valore dell'Evo all'origine ben al di sopra dei 9 euro al chilogrammo. Il prezzo medio della prima settimana di gennaio 2024 risulta maggiore del 56,6% rispetto allo stesso periodo del 2023.

 

Prezzi medi nazionali Olio Evo fino alla prima settimana di gennaio 2024

Prezzi medi nazionali Olio Evo fino alla prima settimana di gennaio 2024
(Fonte: Ismea)

 

I prezzi medi per piazza rilevati da Ismea nella prima settimana di gennaio 2024, come evidenziato dalla tabella scaricabile dal link sottostante, segnalano nella prima settimana di gennaio 2024 una prevalenza di piazze con valori stabili rispetto alla quarta settimana di dicembre, anche se costellati di robusti incrementi settimanali sulle piazze in aumento, segnatamente quelle pugliesi e con una notevole accentuazione su quelle del Salento.

 

 

Prezzi medi per piazza dell'olio extravergine di oliva

 (Fonte: Ismea)
 

In tabella anche alcuni prestigiosi oli Dop e Igp che altresì manifestano stabilità ma su valori molto elevati.

 

Italia, previsioni +20% sul 2022

Le stime produttive per l'Italia, elaborate da Ismea in collaborazione con Italia Olivicola Unaprol e pubblicate il 13 ottobre 2023, indicano una ripresa del 20% per la campagna 2023-2024, nonostante un'annata difficile, condizionata dalla siccità invernale a cui sono seguite le piogge primaverili che hanno provocato in molte aree cascola dei fiori e difficoltà di allegagione.

 

Secondo i dati rilevati, la produzione potrebbe non raggiungere i livelli medi delle quattro campagne precedenti. I primi dati, infatti, si attestano sulle 290mila tonnellate, con una crescita del 20% rispetto allo scorso anno, non sufficiente a superare il calo dello scorso anno.

 

Le valutazioni di Ismea trovano una conferma nelle stime quasi sovrapponibili di Assitol, diramate il 10 novembre scorso: 289mila tonnellate, sempre in recupero di circa il 20% rispetto alle 240mila della campagna precedente, ma ben al di sotto delle 350mila tonnellate delle migliori e più recenti campagne.

 

Giacenze in Italia di Evo al 30 novembre -38,2%

In Italia le giacenze di Evo a fine novembre continuano a rimanere vertiginosamente basse: secondo Frantoio Italia - report numero 11 del 2023 - al 30 novembre scorso erano appena 128.092 tonnellate, contro le 207.272 di un anno fa (-38,2%).

 

L'olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese di novembre è pari ad appena 87.288 tonnellate - in ulteriore ripresa per effetto della nuova campagna sulle 45.030 tonnellate di fine ottobre - ma Frantoio Italia avverte: "Nell'ambito dell'Evo è da segnalare il dato della quantità di prodotto di origine italiana che con 87.288 tonnellate risulta inferiore del 34,7% rispetto al 30 novembre 2022" quando le giacenze di Evo di produzione nazionale erano attestate a 133.704 tonnellate.

 

Previsioni e produzione in Spagna al 30 novembre

Dalla Spagna giungono novità non esaltanti: la produzione dei frantoi reale cumulata di olio da pressione fornita dal Ministero dell'Agricoltura iberico il 21 dicembre scorso per il periodo che va dal primo ottobre al 30 novembre 2023 ammonta a 262mila e 700 tonnellate. Una precedente previsione del 14 dicembre 2023, sempre riferita allo stesso bimestre produttivo, era invece attestata a poco meno di 258mila e 900 tonnellate. Il tutto mentre la produzione di olio di olive - secondo previsioni del Governo spagnolo di fine ottobre 2023 - dovrebbe essere pari a 766mila e 300 tonnellate a fine campagna.

 

Questo significa che nella campagna in corso, iniziata il 1° ottobre scorso, la produzione olivicolo olearia del Paese iberico dovrebbe attestarsi al 15,4% in più rispetto al basso raccolto della stagione precedente (poco più di 664mila tonnellate) e il 34% al di sotto della media degli ultimi quattro anni. Intanto il dato produttivo reale a fine novembre - diramato il 21 dicembre scorso dalle autorità spagnole - copre solo il 34,2% delle previsioni di fine ottobre. A questo punto per la produzione spagnola saranno decisivi i dati relativi ai mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024, durante i quali è atteso concretizzarsi il grosso della produzione olearia iberica prevista sin dallo scorso ottobre.

 

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