Record di stock in cantina a fine luglio 2023 ed export verso i Paesi extra Ue in netto calo - specie negli Stati Uniti - per le imprese italiane del vino. Lo rileva l'Osservatorio Unione Italiana Vini - Vinitaly che ha elaborato i dati più recenti di Cantina Italia (Masaf) sulle giacenze e le variazioni delle vendite nei Paesi terzi relative al 1° semestre di quest'anno secondo le ultime rilevazioni doganali, che raccontano di una caduta delle esportazioni extra Ue, dato che in parte spiega l'aumento delle giacenze. E mentre sotto non positivi auspici incombe la nuova vendemmia, il 12 settembre 2023 Assoenologi, Ismea e Uiv rilasceranno le proprie previsioni vendemmiali in conferenza stampa al Ministero dell'Agricoltura.

 

Giacenze a 45,5 milioni di ettolitri

Secondo l'analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l'equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75 litri. Il dato riflette un'eccedenza del 4,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9% sull'ultima rilevazione prevendemmiale del 2022.

 

Scarica il grafico delle giacenze storiche al 31 luglio 2023

(Fonte: Osservatorio Uiv - Vinitaly)

 

Export -5% a valore su base annua

L'altro indicatore di mercato - aggiunge l'Osservatorio - è anch'esso complicato, con la domanda extra europea segnalata nel primo semestre in ulteriore contrazione. Tra i top 10 buyer - che assieme rappresentano circa l'85% del mercato extra comunitario - le esportazioni a volume sono positive solo per la destinazione russa, con cali quantitativi in doppia cifra per Stati Uniti, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud.

 

Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell'anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati inchiodati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli spumanti l'aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%).

 

Scarica la tabella dell'export di vino italiano nel primo semestre 2023

(Fonte: Osservatorio Uiv - Vinitaly)

 

Per il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: "Sulla prossima vendemmia - la cui paventata forte contrazione è ancora tutta da verificare - pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità. Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi - come per esempio con i rossi sfusi in Germania, che stanno scendendo verso le quotazioni spagnole a circa 50 centesimi/litro - rischia di diventare un pericoloso boomerang una volta fuori dalla crisi di potere di acquisto che coinvolge anche i nostri competitor. A tal proposito - ha concluso Frescobaldi - il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall'Italia contribuiscono all'erosione del valore aggiunto".

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Per l'ad di Veronafiere, Maurizio Danese: "L'Osservatorio aveva previsto un 2023 difficile, ciò si sta verificando nonostante l'economia globale abbia per ora tenuto lontano buona parte delle nubi recessive. Ciò che può fare Vinitaly è intensificare la costruzione di ponti commerciali con l'estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra Ue, a partire da quello americano dove saremo partner della Camera di Commercio di Chicago per l'International Wine Expo. Da settembre a dicembre abbiamo infatti in programma una nuova campagna di internazionalizzazione con 25 appuntamenti in 15 Paesi e 4 continenti. Da una parte per rifinire ulteriormente l'incoming per la prossima edizione veronese, dall'altra per garantire b2b direttamente sulle piazze estere".