Le criticità che il settore agricolo sta affrontando negli ultimi anni sono numerose e proprio quando si pensa che peggio non possa andare, ecco che arriva un nuova difficoltà: mancanza di manodopera, crisi climatica, calo delle produzioni, attacchi di patogeni prima sconosciuti, aumento dei costi, consumi che non crescono. Per affrontare uno scenario sempre più complesso servono investimenti, per investire però è necessario poter offrire garanzie alle banche e poter reggere uno scenario di tassi d'interesse in aumento.

 

All'ultima edizione di Macfrut, Areté, Società di consulenza specializzata nel settore agroalimentare, ha organizzato un convegno che ha messo a confronto la parte agricola con il mondo delle banche e della finanza: "Filiera ortofrutta e strumenti finanziari a supporto della crescita. Sfide e opportunità tra riduzione della produzione ed aumento dei tassi".

 

Storicamente fra settore finanziario e agricolo c'è diffidenza, il dibattito però può aiutare.

 

Se le diffidenze si sciolgono...

 

I rappresentati del settore agroalimentare hanno confermato che è necessario dialogare perché le sfide si fanno sempre più difficili: "La filiera deve reinventarsi - ha detto Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa - c'è la necessità di proteggersi e innovarsi. La protezione non va intesa solo come protezione passiva con strumenti assicurativi ma anche come difesa attiva".

"Noi stiamo vivendo una difficoltà di reperimento di materie prime - gli ha fatto eco Stanislao Fabbrino, presidente e amministratore delegato di Fruttagel che trasforma materie prime agricole - subiamo di riflesso le difficoltà legate al reperimento. Da un lato dobbiamo riconoscere gli aggiornamenti di prezzo agli agricoltori, dall'altro non sempre gli aggiornamenti ci vengono riconosciuti dalla Gdo. Bisogna investire ma - ha puntualizzato - se non si hanno risorse importanti, bisogna finanziarsi e i finanziamenti costano. Il mondo finanziario, alla fine, le imprese le valuta allo stesso modo, indipendentemente dal settore d'appartenenza".

 

Il tema della peculiarità del settore agroalimentare è tornato più volte durante la tavola rotonda, cui hanno partecipato anche Orogel, Idea Agro, Unigrains Italia e Crédit Agricole.

Come rendere attrattivo per un investitore il settore agroalimentare e come convincerlo a investire? A cosa guardano finanza e banche per convincersi che vale la pena investire?

 

"Cerca progetti, prospettive, una gestione sana ed equilibrata ma cerca anche persone. Quando incontriamo i nostri investitori parliamo soprattutto degli imprenditori, le fabbriche sono necessarie ma non sono sufficienti. Bisogna essere in grado a capire se l'imprenditore è aperto ad avere un socio e capace di interfacciarsi", ha spiegato Francesco Orazi, direttore di Unigrains Italia, Società di investimento francese specializzata nel settore che dovrebbe investire altri 100 milioni di euro nel nostro Paese nei prossimi anni.

 

"Cosa chiediamo noi? A noi interessa applicare politiche di filiera - ha raccontato Davide Piatti di Crédit Agricole - vogliamo sederci con i capofiliera, capire quali sono le progettualità e supportarli nella valorizzazione del prodotto italiano. Spesso dall'esterno - ha continuato - la rigidità deliberativa viene mal vista, in realtà i crediti sono i guardiani della cassaforte, tutelano i clienti che apportano capitale alla banca".

 

"La finanza deve essere equilibrata - ha detto dal canto suo Pier Luigi Rossi, managing director di Idea Agro - e avere una sensibilità agricola e un'ottica di investimento di medio periodo, un orizzonte di dieci, quindici anni. Bisogna comprendere e avere a fianco partner operativi che sappiano della materia e siano capaci di stabilire una relazione con il mondo della finanza che a volte è rigido". Idea Agro è un fondo d'investimento che ha già investito circa 70 milioni di euro in Italia e che pensa di investirne nei prossimi anni altri 20. Al momento gestisce circa mille ettari di terreno. Proprio in Idea Agro, nel 2021, Agrintesa ha trovato un partner per un impianto di kiwi giallo, SunGold-Zespri da 100 ettari, nella zona di Latina.

 

"Mi pare che le diffidenze si stiano sciogliendo, per lavorare assieme ci vuole fiducia" ha commentato Cristian Moretti. "Qui si cogestisce, la mia esperienza è che tutti i giorni ci si confronta. Noi portiamo a casa competenze e al tempo stesso abbiamo la capacità di spiegare perché necessario proprio quell'intervento".

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