È piovuto finalmente a Nord Ovest e nuove precipitazioni sono attese, ma è dichiarato lo stato di siccità severa nel Centro Italia ed in Calabria: sono queste le due facce, segnalate dal Report settimanale dell'Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, in un Paese che si conferma a più velocità anche nelle disponibilità d'acqua. "È sempre più evidente la necessità di interventi infrastrutturali, che fungano da calmieratore, trattenendo le acque di pioggia, quando arrivano, per utilizzarle nei momenti di bisogno. In gioco non c'è solo il futuro dell'agricoltura e del made in Italy agroalimentare, ma a soffrire sono ormai anche le risorse idropotabili" sottolinea Massimo Gargano, direttore generale dell'Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.
Nord, il Po resta in gravi condizioni
Le maggiori precipitazioni si sono registrate nella fascia settentrionale della Lombardia tra le province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo, ma anche in Valle d'Aosta, lungo la linea di confine con la Francia, dove su alcune località sono caduti fino a 170 millimetri di pioggia, mentre sul resto della regione se ne sono registrati una sessantina; la portata della Dora Baltea cresce così di oltre 100 metri cubi al secondo. In Piemonte, le piogge si sono concentrate soprattutto sui monti: sul macrobacino del Ticino sono caduti circa 148 millimetri di pioggia e su quello della Dora Baltea millimetri 86,3, ma a Torino, Asti e Alessandria non si è raggiunto il millimetro. Ne consegue che crescono in maniera significativa la portate di Sesia, Stura di Lanzo, Pesio, mentre restano azzerate quelle di Ellero ed Orba, così come Bormida e Varaita superano di poco il metro cubo al secondo.
Analogo discorso vale in Lombardia, dove a secco è rimasta la Pianura Padana: nei 15 giorni scorsi sono caduti 12 millimetri di pioggia a Milano, 5 millimetri a Pavia e non è mai piovuto a Brescia.
Per quanto riguarda i grandi laghi, quello di Como è cresciuto di quasi un metro in una settimana, passando dal 9,4% di riempimento all'attuale 71,8%, grazie a precipitazioni di oltre 200 millimetri in 4 giorni nelle zone attorno al bacino (oltre 300 millimetri a Garzeno); a beneficiarne è anche il fiume Adda, che in una settimana ha visto quintuplicare la portata. Pur restando sotto media crescono anche i livelli del Lago Maggiore (quasi mezzo metro in più, salendo dal 19,3% al 56% di riempimento) e del Lago d'Iseo (27,9% di riempimento), mentre il Garda resta invece sostanzialmente stabile al 22,9% della capacità.
Pur nella perdurante assenza di fenomeni meteorici di rilievo, i livelli dei corsi d'acqua del Veneto sono tornati a crescere di qualche centimetro come non accadeva da tempo e l'Adige è rientrato in media dopo mesi di record negativi, secondo Arpav, Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Veneto.
Nonostante un quadro complessivamente migliorato al Nord, resta grave la condizione del Fiume Po, le cui portate addirittura calano al rilevamento finale di Pontelagoscuro, restando al di sotto del minimo storico mensile con un deficit del 72% sulla media storica.
Ad eccezione dell'Enza, continuano ad essere in grave sofferenza idrica i corsi d'acqua dell'Emilia Romagna, le cui portate sono al di sotto delle medie e prossime ai minimi storici in un territorio, che per metà non ha visto alcuna pioggia ottobrina e per l'altra metà ha ricevuto solo precipitazioni minime in un mese generalmente deputato a rimpinguare le riserve idriche.
Centro Italia, la siccità è severa
La situazione addirittura si aggrava, scendendo in Centro Italia, dove il Sud della Toscana, l'Umbria, il Nord del Lazio (Tuscia e Reatino) così come la provincia di Frosinone ed il Sud delle Marche soffrono ancora per la carenza idrica, tanto che la competente Autorità di Bacino Distrettuale le definisce a "siccità severa".
"Essendo in autunno, periodo generalmente piovoso, c'è da preoccuparsi per la ricarica della falda e per la prossima stagione irrigua, condizione prima per l'incremento dell'autosufficienza alimentare" commenta Francesco Vincenzi, presidente di Anbi.
In Toscana tutti i fiumi sono in forte calo di portata ad eccezione dell'Arno; si conferma, in particolare, l'andamento ormai torrentizio del Serchio che, dopo settimane in forte ripresa, si è stabilizzato su una portata ben al di sotto del Deflusso Minimo vitale: oggi scorrono 3,50 metri cubi al secondo contro un Dmv fissato a metri cubi al secondo 6,60).
In Umbria è critica perfino la condizione delle sorgenti, alla cui portata complessiva mancano 455 litri al secondo rispetto al fabbisogno medio del territorio; è in leggera decrescita la portata nell'alto corso del Fiume Tevere, mentre il livello del Lago Trasimeno (-1,55 metri) resta abbondantemente sotto la soglia di criticità (-1,20 metri). Calano anche i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi nel Lazio, così come la portata del Fiume Aniene, mentre cresce leggermente quella del Tevere e del Sacco. In Abruzzo, dove il bilancio idroclimatico risulta essere in rosso, è pressoché "a secco" il bacino di Penne, esaurito dopo aver assolto alla funzione irrigua in una stagione particolarmente difficile.
Sud tra resilienza ed emergenza
In Campania lo stato dei corpi idrici offre informazioni univoche: i flussi nei fiumi Sele, Sarno, Volturno e Garigliano sono in calo proprio in coincidenza con la Commemorazione dei Defunti, quando invece normalmente si verifica la cosiddetta "Piena dei Morti" che in questo autunno 2022 invece salta. Aumentano i volumi idrici trattenuti nel Lago di Conza sul Fiume Ofanto, ma diminuiscono quelli nei bacini del Cilento sul Fiume Alento.
Mentre in Puglia si avvia a conclusione la stagione irrigua con i principali invasi, che ancora conservano oltre 33 milioni di metri cubi in più rispetto all'anno scorso, nella vicina Basilicata i bacini continuano a rilasciare circa 1 milione di metri cubi d'acqua ogni giorno a testimonianza di un clima estivo, che non accenna a finire.
In Calabria, infine, la situazione climatica si è fatta molto difficile con uno scenario di severità idrica, classificato da moderato ad alto: fiumi e i laghi sono in grande sofferenza idrica soprattutto nella Sila, dove la pioggia latita ormai dalla scorsa estate; non va meglio nelle città capoluogo, il cui deficit pluviometrico va dai 150 millimetri di Reggio Calabria agli oltre 400 millimetri di Vibo Valentia e Crotone.
E proprio nel Crotonese sono forti le preoccupazioni sia per gli usi idropotabili che per l'irrigazione delle produzioni orticole stagionali. I livelli nei bacini delle dighe di Sant'Anna e Monte Marello sono in deficit rispetto agli anni scorsi; il persistere di alte temperature (fino a 31 gradi nelle aree interne con +8° rispetto alla media del periodo) e l'assenza di precipitazioni all'orizzonte fanno incombere uno stato d'emergenza idrica a breve.
"Siamo consapevoli della grave situazione internazionale, nonché della complessa contingenza italiana e siamo soddisfatti di aver trovato, fra gli obiettivi del Governo, la necessità di investimenti strutturali per affrontare l'emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico" afferma il presidente Anbi Vincenzi, che conclude sottolineando: "ci permettiamo, però, di evidenziarne l'urgenza, ad iniziare da un'accelerazione negli iter burocratici, perché senza disponibilità d'acqua e sicurezza dai fenomeni naturali, nessun obiettivo di sviluppo del Paese potrà essere raggiunto".