Ad oltre 5 anni dal varo della Legge Regionale della Puglia n. 1 del 3 febbraio 2017 "Norme straordinarie in materia di consorzi di bonifica commissariati" la fusione tra i quattro consorzi di bonifica commissariati - Arneo, Stornara e Tara, Terre d'Apulia e Ugento Li Foggi - è ormai in dirittura d'arrivo. E presto si procederà così alla costituzione del previsto Consorzio di Bonifica del Centro Sud Puglia, che riunirà i quattro enti attualmente commissariati. È quanto emerso a Bari dalla riunione del 26 ottobre scorso tra l'assessore all'Agricoltura di Regione Puglia, Donato Pentassuglia, i rappresentanti dei consorzi di bonifica e le organizzazioni agricole: queste ultime da giorni preoccupate per l'emissione degli avvisi di pagamento e dei ruoli relativi ai tributi di bonifica, che giungono in un momento particolarmente drammatico per l'economia agricola pugliese, a causa del caro energia. Su tanto, l'assessore Pentassuglia ha concesso la possibilità di rateizzo, ma non la sospensione dei pagamenti, richiesta invece dalle organizzazioni professionali.
Le dichiarazioni di Pentassuglia
"Oggi abbiamo incontrato i consorzi di bonifica unitamente alle rappresentanze delle organizzazioni agricole e analizzato l'emissione degli avvisi di pagamento dal 2019 in avanti - ha dichiarato ad AgroNotizie® il 26 ottobre scorso l'assessore all'Agricoltura di Regione Puglia, Donato Pentassuglia - cui seguiranno le emissioni dei ruoli su chi non ha pagato fino al 2018".
Pentassuglia, sugli avvisi in fase di recapito ha detto "Ho illustrato che su queste annualità è prevista la possibilità di rateizzare in tre anni i pagamenti e che tale operazione è necessaria a chiudere con la vecchia gestione".
Pentassuglia, nel ricordare che gli avvisi che sono stati emessi in questi giorni "sono basati sui vecchi piani di classifica vigenti" ha inoltre affermato: "Entro novembre conto di approvare il nuovo Piano di Bonifica dal quale poi discenderanno i nuovi piani di classifica, che è l'ultimo atto prima di approdare, mediante il confronto che si terrà nell'apposito tavolo tecnico politico presso la Presidenza, alla costituzione del Consorzio Centro Sud Puglia, la cui data di nascita sarà decisa in seno al tavolo, in base alle necessarie attività da intraprendere, e comunque fissata nei primi mesi del 2023".
Pentassuglia ha inoltre chiarito che la Giunta della Regione Puglia "Valuterà eventuali ulteriori azioni del nuovo Governo verso i consorzi di bonifica, volte a limitare il caro energia: si tenga conto che la bolletta energetica di questi enti in Puglia è lievitata di 4 milioni di euro solo fino ad agosto scorso".
Tali eventuali iniziative "Saranno valutate puntualmente, poiché con il nuovo Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia il pagamento dell'acqua passerà a tariffa e il valore dell'acqua irrigua sarà determinato da più componenti, tra queste il costo dell'energia elettrica necessaria per il sollevamento e la distribuzione".
La gestione del nuovo Consorzio secondo Pentassuglia "Sarà necessariamente efficiente e prevede sin da subito il pareggio dei costi con le entrate nel Piano di Classifica, pertanto abbiamo respinto la richiesta delle organizzazioni agricole di una sospensione dell'invio degli avvisi, che avrebbe bloccato il processo in atto, rinviando di fatto la costituzione del nuovo Ente".
I consorzi di bonifica in cifre
I consorzi di bonifica in Puglia complessivamente considerati devono garantire lo scolo di una superficie di oltre un milione di ettari (1.014.545 ettari per l'esattezza) gestendo circa 500 chilometri di argini, 265 briglie e sbarramenti per laminazione delle piene e utilizzando qualcosa come 23 impianti idrovori e oltre 1.126 chilometri di canali.
Nel settore irriguo i consorzi pugliesi raggiungono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari: grazie a 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo e 560 chilometri di canali irrigui, l'acqua può essere inviata a circa 10mila chilometri di condotte tubate.
Un patrimonio ingente, che ha la necessità di tornare completamente ad una gestione ordinaria, nell'interesse degli stessi agricoltori, anche in un momento economico particolarmente duro.
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