In Italia l'Agricoltura 4.0 non è mai decollata. Le superfici gestite con questo approccio sono sotto il 10% della Sau nazionale. Una opportunità persa visto che le moderne tecnologie applicate all'agricoltura permetterebbero di aumentare le produzioni ottimizzando l'impiego delle risorse.
Proprio per dare impulso a questo nuovo paradigma, il Governo ha varato Agritech, il Centro Nazionale per lo Sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura. Si tratta di un progetto che ha lo scopo di raccogliere e sviluppare nuove tecnologie al fine di trasmetterle lungo tutta la filiera, affinché raggiungano le aziende agricole, i tecnici e i contoterzisti.
I numeri del progetto sono impressionanti. Sono stati stanziati 350 milioni di euro, di cui 320 a carico del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). L'Università degli Studi di Napoli Federico II farà da capofila, da hub, mentre altri nove enti (definiti spoke) sparsi sul territorio, dal Piemonte alla Sicilia, svilupperanno particolari tematiche e faranno attività sul campo.
Un modello, quello Hub&Spoke, che dovrebbe permettere un avanzamento omogeneo e coerente del progetto lungo tutto lo Stivale. "A gestire il progetto c'è una Fondazione, di cui stiamo definendo gli organi di governo e che fungerà da Centro di coordinamento dei vari spoke e sarà un elemento di raccordo con il Miur e il Mipaaf", spiega Danilo Ercolini, direttore del Dipartimento di Agraria della Federico II e curatore scientifico del progetto.
"L'ex Manifattura Tabacchi di Napoli sarà la sede del Centro in cui avverranno attività di ricerca e dimostrative nei confronti di tutti gli stakeholder del settore. Per noi sarà di fondamentale importanza il trasferimento tecnologico verso gli attori della filiera. Proprio in quest'ottica il prossimo anno daremo vita all'Agritech Academy, una Scuola di formazione in cui formeremo tecnici specializzati che potranno poi supportare le aziende agricole in questo percorso innovativo".
I nove spoke avranno ognuno un ente coordinatore (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Università di Bari, Università di Milano, Università di Bologna, Università di Padova, Università di Siena, Università della Tuscia, Università di Napoli Federico II) e dei partner tra atenei, centri di ricerca e aziende private.
L'obiettivo generale è quello di trasportare il comparto agroalimentare italiano all'interno della rivoluzione 4.0, prestando attenzione a perseguire cinque specifici obiettivi: la sostenibilità ambientale, la riduzione degli sprechi e dell'impatto ambientale, lo sviluppo di strategie di economia circolare, lo sviluppo delle aree marginali ed infine la tracciabilità e tipicità delle filiere agroalimentari.