Agricoltura di precisione, connettività in campo, sensori, agricoltura digitale e tanto altro ancora. A Matera, capitale europea della cultura 2019, sorgerà un Giardino delle tecnologie che avrà come scopo il trasferimento tecnologico nei confronti delle aziende agricole della zona, ma anche verso le suole, le aziende della filiera agroalimentare e in generale tutti quei soggetti che lavorano nel comparto primario.

L'iniziativa, finanziata dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), si inserisce nel più ampio progetto di creazione di una Casa delle tecnologie emergenti. Dei luoghi (ce ne saranno sei in tutta Italia) che avranno come obiettivo quello di dimostrare e trasferire alcune delle tecnologie oggi ritenute maggiormente interessanti, come ad esempio il 5G, la blockchain, l'IoT, il quantum computing e così via.

Matera, che è stata già al centro dell'innovazione tecnologica in ambito agricolo con l'esperienza Matera 5G, si candida così ad essere un vero e proprio hub innovativo per tutto il Mezzogiorno. "Il Giardino delle tecnologie sorgerà su un'area di seimila metri quadri in cui sarà possibile toccare con mano le ultime tecnologie disponibili per quanto riguarda l'agricoltura, ma anche le produzioni, il paesaggio e il verde urbano", racconta Paola D'Antonio, docente presso l'Università degli studi della Basilicata e referente del progetto.
 
"L'obiettivo principale è il trasferimento tecnologico sul territorio, ma certamente il giardino sarà utile anche a testare e validare nuove tecnologie".

Per ora la Casa delle tecnologie emergenti, all'interno della quale si trova anche il Giardino delle tecnologie, sorgerà nell'Hub di San Rocco, una specie di incubatore di startup voluto dal comune di Matera. Ma è già in costruzione la futura sede che dovrebbe diventare operativa nell'arco di due-tre anni. Partner del progetto sono, oltre al comune dei Sassi, anche l'Università della Basilicata, il Politecnico di Bari e il Cnr.