Recentemente nuovi avvisi di pagamento dei consorzi di bonifica commissariati - Terre d'Apulia, Arneo, Stornara e Tara, Ugento Li Foggi - stanno raggiungendo molti agricoltori pugliesi. Negli avvisi è minacciata, in caso di mancato pagamento entro i termini, l'ingiunzione fiscale. Lo mette in rilievo Confagricoltura Puglia, sottolineando come venga richiesto il pagamento del contributo 630, che è a carico di tutti i proprietari di immobili rientranti nel comprensorio di bonifica, e che troppo spesso è sganciato da un reale beneficio per il proprietario del bene. L'organizzazione agricola chiede pertanto un incontro urgente sul tema della bonifica con l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Donato Pentassuglia.

Intanto, alla fine di dicembre, l'assemblea regionale ha votato il bilancio e Regione Puglia darà ai consorzi 10 milioni di euro per garantirne il funzionamento. Altra norma approvata: è stato bloccato il passaggio ad Acquedotto Pugliese del comparto irriguo, che continuerà a vedere Aqp come mero fornitore dell'acqua poi captata dai consorzi per l'irrigazione e da questi dispacciata e fatta pagare agli agricoltori. In questo scenario scatta l'emissione degli avvisi di pagamento dei quattro consorzi commissariati.

"Le richieste riguardano il famigerato contributo di bonifica 630 - dice il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro - nonostante la Corte costituzionale, con la decisione n 188 del 10 ottobre 2018, abbia sancito come non possa esserci tributo di bonifica senza beneficio per l'utente".

"Come Confagricoltura ci chiediamo quale beneficio hanno gli agricoltori pugliesi dai Consorzi di bonifica. Di certo - prosegue - non basta bonificare un chilometro di canale su 10 o 20 chilometri complessivi per definire l'opera un beneficio fondiario per le aziende del territorio". Il riferimento del presidente di Confagricoltura Puglia è ai lavori pure iniziati - ma non ancora del tutto ultimati - sui canali della rete colante, rimasti abbandonati per almeno dieci anni, e nei quali nel frattempo è finito di tutto e sono cresciuti alberi, con ostruzioni che spesso procurano allagamenti in caso di pioggia.

"L'emissione di queste cartelle da centinaia, a volte da migliaia di euro, è un danno grave per gli agricoltori e per tutti i pugliesi perché di certo gli utenti non staranno con le mani in mano senza mettere in discussione la loro validità facendo un legittimo ricorso" afferma ancora Lazzàro.

Anni di incertezze - con la non ancora compiuta fusione nel Consorzio di bonifica Centro-Sud Puglia, previsto dalla legge di riforma di questi enti - e di politiche di gestione discutibili, a cominciare dalla sospensione dei contributi operata sotto la presidenza di Raffaele Fitto e continuata durante quella di Nichi Vendola - hanno messo in ginocchio i consorzi di bonifica pugliesi commissariati, enti oramai afflitti da posizioni debitorie importanti, ser pur ridotte rispetto al recente passato, senza che nel tempo sviluppassero piani industriali e piani di bonifica adeguati. Confagricoltura chiede pertanto un incontro specifico e urgente con l'assessore Pentassuglia per tutelare gli agricoltori pugliesi da tributi cui non corrisponde, molto spesso, alcun beneficio.

"L'agricoltore - conclude Lazzàro - è un imprenditore che deve essere messo nelle condizioni di lavorare e produrre benessere per se stesso, per i dipendenti e tutto l'indotto a lui legato. E, di certo, costringerlo a faticosi ricorsi, che quando vinti creeranno un ulteriore danno alla collettività la quale si dovrà fare carico delle spese, non aiuta la Puglia a uscire dal pantano e a crescere".