E ora, con la terza generazione, dall'olio agli ortaggi, dalla gestione forestale al frutteto, la passione per la terra ha preso una piega ancora più sostenibile con la conversione all'agricoltura biologica e con una idea che va nell'ottica delle riduzione della plastica usa e getta, idea che è valsa già un importante riconoscimento.
Tra le produzioni aziendali infatti ci sono anche i prodotti trasformati del frutteto, confetture e succhi di frutta, e proprio con i succhi di frutta è nato il progetto di proporre confezioni con cannucce completamente biodegradabili, anzi addirittura commestibili.
Per farci raccontare come è nata e come sta andando questa iniziativa, che ha fruttato all'azienda l'Oscar green della Coldiretti Umbria per l'innovazione, abbiamo intervistato Sonia Bianconi.
Signora Bianconi, come nasce questa idea?
"L'idea del plastic free nasce come sfida, oltre che per principio e in linea con la decisione di convertire tutta l'azienda al metodo di agricoltura biologica. Con il passare del tempo, mi sono resa conto che nel settore ortofrutticolo si fa un uso di plastiche e microplastiche spropositato. E allora mi sono chiesta se fosse stato possibile trovare delle alternative e lì è partita la sfida. Il primo step è stato utilizzare contenitori per i nostri trasformati in materiali completamente riciclabili, come vetro e metallo. In seguito, abbiamo sostituito le cassette di plastica per i prodotti freschi con sacchetti in rete di cotone lavabili. E poi, dopo varie ricerche, siamo riusciti a trovare questa cannuccia commestibile da abbinare ai nostri nettari di frutta. Da quest'anno, infine, siamo riusciti a trovare una macchina per stampare le etichette con inchiostri a basso impatto ambientale.
Credo che anche nel nostro piccolo, nel quotidiano, possiamo adottare piccoli accorgimenti. Purtroppo, al momento, il fattore economico è una grossa discriminante. Se dovessi ragionare esclusivamente da imprenditore, il plastic free insieme al biologico sono alquanto antieconomici. Quindi, ho deciso di valutare queste decisioni come investimenti a lungo termine, al di là del mero aspetto economico".
Sonia Bianconi con un suo succo di frutta e cannuccia annessa
I vostri succhi di frutta sono in bottigliette di vetro, confezionamento che tradizionalmente non ha la cannuccia associata, come nel caso dei brick. Come mai quindi una cannuccia, per quanto speciale?
"L'abbinamento al succo è stato pensato soprattutto per avvicinare i bambini ai nostri nettari, prodotti che non sono abituati a consumare, ben lontani dai classici succhi di frutta. Infatti, sono fatti come i succhi di una volta utilizzando tutte le parti della frutta e diluiti con acqua. Hanno quindi una consistenza molto densa e corposa, a differenza di quella liquida dei succhi in commercio. In questo modo, possono consumare questo nettare 'mangiando' la cannuccia come fosse un gioco! Devo ammettere che anche gli adulti sono rimasti molto sorpresi da questo abbinamento".
Ma di cosa è fatta questa cannuccia e chi la produce?
"È realizzata in zucchero glassato, amido di mais e acqua ed è completamente biodegradabile. Viene distribuita da Gamp Group ed è la prima cannuccia commestibile al mondo".
Quale è il vostro mercato di riferimento?
"I target sono vari, dalla famiglia che fa la spesa settimanale di prodotti freschi, a professionisti che utilizzano il nostro olio per regali natalizi. Molto bene stanno andando anche le nostre confetture completamente naturali, senza conservanti né coloranti prodotte esclusivamente con le nostre materie prime e a basso contenuto di zuccheri aggiunti".
Ha apprezzato questa innovazione?
"L'idea della cannuccia commestibile, in sostituzione a quella tradizionale, ha riscosso davvero molto successo, molto più di quanto sperato! Come detto, è stata molto apprezzata anche dagli adulti. Devo ammettere che, seppure ci troviamo in una piccola realtà molto vocata alla campagna, stiamo ricevendo una buona risposta da parte del consumatore che sempre più è alla ricerca di prodotti naturali, sani e chilometro zero.
Consumatori che comprendono che dietro determinati prodotti c'è molto lavoro e fatica, che stanno riscoprendo la stagionalità dei prodotti e i sapori che negli ultimi anni la grande distribuzione ha uniformato".
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