In breve
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In cinque regioni è partita la campagna di lotta alla cimice asiatica con il lancio della vespa samurai.
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La Xylella procede la sua marcia ed è segnalata in provincia di Bari. Gli abbattimenti come strumento indispensabile di controllo.
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Il mercato dell'olio di oliva è fermo e le scorte nei magazzini sono oltre il doppio della scorsa stagione.
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C'è troppo vino nelle botti e per sostenere il prezzo si pensa al contenimento della produzione.
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Prosciutti e formaggi risentono le conseguenze dell'emergenza sanitaria e cercano di correre ai ripari.
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Ribadita la centralità dell'agricoltura e partono i primi sostegni nazionali e comunitari. Ma c'è chi punta il dito sui ritardi.
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Aumenta il numero delle domande per la regolarizzazione del lavoro, ma la maggior parte non riguarda il mondo agricolo.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
La vespa che sconfiggerà la cimice
La lotta alla cimice asiatica con l'introduzione della vespa samurai, che ne è il suo nemico naturale, sta entrando nel vivo e in molte regioni si registrano i lanci di questo insetto, sul quale sono riposte molte attese per arrestare l'avanzata della cimice.In Veneto già il 13 giugno il “Mattino di Padova” anticipa il programma dei lanci in calendario nei giorni seguenti nelle province di Padova e Verona, dove i danni causati dalla cimice sino ad ora si valutano in 160 milioni di euro.
Il via libera al lancio della vespa samurai, come spiega il “Gazzettino” del 15 giugno, riguarda cinque regioni: Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Così ecco “Il Resto del Carlino” del 16 giugno che riporta la cronaca dei primi lanci nelle campagne modenesi.
E' poi il turno della Lombardia, dove è il “Corriere della Sera” del 17 giugno a riportare la notizia della liberazione del primo sciame nelle campagne mantovane, cui fanno seguito quelle in provincia di Brescia e Sondrio, delle quali si occupa “Il Giorno”.
Una breve notizia pubblica da “Il Piccolo” del 17 giugno informa che anche in Friuli Venezia Giulia un primo sciame è stato liberato in un uliveto di proprietà dell'ente regionale dove si condurranno le prime esperienze di lotta contro la cimice asiatica.
Infine la "Nuova Venezia" del 18 giugno, che conferma il lancio dei primi 300 esemplari in tre aziende agricole.
Seguirà poi il lancio di circa 35mila esemplari di vespa samurai in tutto il Veneto.
Xylella, ancora lei
Insieme a quello della cimice asiatica, resta aperto il fronte della lotta alla Xylella, patogeno che continua a destare forti preoccupazioni in Puglia, dove si registrano altri 18 ulivi colpiti in provincia di Bari, come si apprende il 12 giugno dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”.Si torna a parlare della Xylella sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 15 giugno, dove il commissario dell'Arif (Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali), Gennaro Ranieri, conferma che l'abbattimento degli ulivi colpiti resta la soluzione più efficace.
Per sconfiggere la Xylella si tenta di tutto. Il “Quotidiano di Puglia” del 15 giugno, riporta la notizia che il Distretto tecnologico spaziale ha messo a punto dei droni predisposti per riconoscere la presenza della Xylella ai primi stadi.
Grazie al loro intervento vengono identificate le piante a rischio prima che il batterio possa iniziare la sua azione distruttiva.
In Trentino non ci sono preoccupazioni per la Xylella, ma per gli attacchi del Colpo di fuoco su mele e pere.
Tutta colpa, spiega “Italia Oggi” del 17 giugno, di un batterio, l'Erwinia amylovora, la cui presenza è stata confermata dalla fondazione Edmund Mach.
Sono colpiti in particolare gli impianti messi a dimora durante questa primavera, dove risultano infette tutte le varietà, a esclusione della golden.
Olio invenduto
Per l'olivicoltura pugliese i problemi non si fermano alla Xylella, ma si estendono all'andamento di mercato, ancora coinvolto dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria e dal blocco delle attività.I consumi sono calati, scrive il 13 giugno “Il Mattino”, e ora i magazzini hanno 70 milioni di litri di olio extra vergine di oliva invenduto.
Un aumento del 128% rispetto all'anno scorso.
Una situazione di grande difficoltà, questa dell'olio, confermata il giorno seguente dal “Quotidiano del Sud”.
Troppo vino nelle botti
Anche per il vino si lamentano eccessive giacenze e “Il Messaggero” del 13 giugno conferma per le produzioni del viterbese la presenza di scorte elevate, che aumentano le difficoltà di mercato.Poco conta che i primi dati sull'export nel primo quadrimestre, riferiti da “La Stampa” del 14 giugno, indichino un aumento del 5,1%, nonostante un aprile sottotono.
Restando nel settore del vino, la “Nuova Venezia” del 16 giugno prende in esame l'andamento delle vendite del Pinot grigio, che presenta una fragile stabilità, cosa che induce il Consorzio di tutela a progettare una riduzione della produzione.
Tentano un recupero i vini dei Colli Euganei. Dopo essere stato il comune della prima vittima da coronavirus in Italia, Vò e il suo territorio hanno lanciato il nuovo marchio “VO” che contrassegnerà alcuni vini della Doc dei Colli Euganei. Lo scrive "Il Sole 24 Ore" del 13 giugno
Si spinge a una previsione sulla prossima vendemmia il “Nuovo Quotidiano di Taranto” del 16 giugno, prevedendo per il Primitivo di Manduria una quantità non superiore allo scorso anno, ma di migliore qualità.
Prosciutti e formaggi in rosso
In forte difficoltà è il Prosciutto di Parma, una situazione che il quotidiano cremonese “La Provincia" definisce da allarme rosso.Situazione altrettanto difficile, si apprende da “Libero” del 14 giugno, per Grana Padano e Parmigiano Reggiano, le cui esportazioni sono state compromesse dall'emergenza sanitaria.
Qualche segnale di miglioramento, scrive la “Gazzetta di Reggio Emilia” del 17 giugno, già la si vede per il Parmigiano Reggiano, grazie alle iniziative che il Consorzio di tutela ha intrapreso per contrastare la difficile situazione di mercato.
In vista dell'annuale assemblea del Consorzio del Grana Padano, "L'Arena" del 18 giugno anticipa le possibili decisioni che saranno prese in quell'occasione, a partire dai tagli alle quote di produzione, sino alla destinazione di una parte importante della produzione alle aste Agea per gli indigenti.
Gli aiuti
Molteplici le iniziative per fronteggiare le difficoltà vissute dal mondo agricolo.Dalle pagine de “Il Foglio” del 17 giugno la ministro per le politiche agricole, Teresa Bellanova, ricorda come per uno sviluppo sostenibile sia indispensabile il contributo dell'agricoltura, che si trova di fronte ad una sfida epocale.
Che la filiera agricola sia considerata strategica lo conferma quanto si legge su “Il Sole 24 Ore” del 17 giugno a proposito delle modifiche introdotte dalla conversione in legge del decreto Liquidità, che allarga le maglie di quanti possono usufruire dei finanziamenti garantiti da Ismea.
Ritardi da evitare
Sugli interventi previsti per l'agricoltura dal Governo, interviene dalle pagine di “Italia Oggi” del 17 giugno, il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L'Abbate.Al centro del suo intervento la modifica del calcolo del contributo a fondo perduto per le imprese agricole e il rifinanziamento della cambiale agraria, i cui 30 milioni a disposizione sono già esauriti.
Nello stesso giorno, ancora su “Italia Oggi”, si parla delle domande per l'anticipo dei pagamenti Pac, da presentare entro il 30 giugno.
Dettagli sulle domande per accedere agli aiuti a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio si possono leggere su “La Stampa” del 17 giugno.
Molto critico il pensiero del “Quotidiano del Sud” del 17 giugno a proposito delle iniziative europee per il sostegno dell'agricoltura.
Troppo lunghi, si legge in questo articolo, i tempi che l'Europa ha deciso per erogare gli aiuti.
Ritardi sono anche quelli lamentati dalla "Gazzetta di Mantova" del 18 giugno a proposito del rallentamento causato dalla burocrazia nell'applicazione dei contratti di filiera per i cereali.
Il bracciante “dimenticato”
Come sovente accade per i temi sui quali si accende un forte dibattito, anche per il lavoro sui campi e la regolarizzazione degli immigrati va esaurendosi l'attenzione dei giornali.Ne fa ancora qualche cenno “Repubblica” del 15 giugno, per ribadire l'attenzione dei giovani per un inserimento in questo settore.
“Il Fatto” del 16 giugno, dedica a questo argomento una breve nota dove ricorda che le regolarizzazioni in questi ultimi giorni sono molto aumentate.
Frena gli entusiasmi “Italia Oggi” del 17 giugno, puntualizzando che le domande di regolarizzazione legate al mondo agricolo sono poco più di duemila, circa un decimo del totale.
Particolare la situazione che si registra a questo proposito in Puglia, dove si stima la presenza di circa 20mila lavoratori irregolari.
A fronte di una massa di persone coì rilevante, si legge il 18 giugno su "L'Attacco", le domande di regolarizzazione per lavoratori agricoli sono solo 166.