Il mercato dell'olio di oliva extravergine conferma ulteriormente la stabilità su valori bassi. I prezzi sulla piazza di Bari – scesi il 14 gennaio 2020 di ben 20 centesimi al chilogrammo sulle precedenti quotazioni del 7 gennaio – confermano, ieri, i valori di 3 euro al chilogrammo sui minimi e 3,40 sui massimi. E in campagna Ismea rileva valori ancora minori.

Sono questi i prezzi fissati dalla Commissione olio l’11 febbraio 2020 alla Borsa merci per l'extravergine con acidità massima 0,4% alle condizioni di franco partenza/arrivo e Iva esclusa. Questi valori, fissati per la prima volta il 14 gennaio in fase calante, sono alla quarta successiva riconferma, essendo stati già ribaditi nelle sedute del 21 e 28 gennaio scorso ed in quella del 4 febbraio. Stesso iter ha seguito l'olio di oliva extravergine in biologico, fermo sulla piazza di Bari a 3,40 euro al chilogrammo sui minimi e 3,80 euro sui valori massimi dal 14 gennaio, data dell'ultimo ribasso di 20 centesimi.

Per l'extravergine di alta qualità, questa ulteriore e persistente fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre.
 

I prezzi a Bari nell'ultimo anno

L'olio extravergine di alta qualità a Bari ha perso ben 40 centesimi in poco più di due mesi tra il 3 dicembre 2019 e l’11 febbraio 2020 - un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 ed il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di euro 1,10 sui minimi.

All’11 febbraio 2020, sesta seduta di borsa del 2020 a Bari, rispetto allo scorso anno, l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 47,97% del suo valore. Infatti, il 12 febbraio 2019 l'olio l'extravergine di oliva con acidità massima 0,4% era stato quotato a ben 6,10 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 6,20 euro sui massimi.
 

Giacenze e aste Ue

Sul fronte delle giacenze non si registrano novità ufficiali, atteso che il nuovo report di Frantoio Italia, con l’aggiornamento a metà febbraio, non sarà reso pubblico prima della prossima settimana. E pertanto si rinvia a quanto già scritto da AgroNotizie sulle giacenze aggiornate al 31 gennaio 2020.

Mentre tra gli operatori di mercato continua a tenere banco la questione degli ammassi privati sovvenzionati dall'Unione europea, che non sono riusciti finora a sortire l'effetto di tirar su il prezzo, neppure con l'ultima asta, che ha previsto un premio di 88 centesimi di euro al giorno per il ritiro dal mercato dell'extravergine per sei mesi.
 

I prezzi all’origine rilevati da Ismea

Tale situazione sul mercato all’ingrosso sta determinando un’enorme pressione sui produttori di olive, che vengono pagati in olio o denaro e comunque in valore di olio all’origine. I prezzi rilevati da Ismea in Puglia, parlano di un prezzo medio costantemente sotto i 3 euro al chilogrammo e con prezzi massimi attestati a non più di 2,90 euro sulla piazza di Lecce, 3 euro a Bari e 2,85 a Foggia.

In Calabria, le più recenti rilevazioni Ismea raccontano di un prezzo massimo all’origine dell’olio extravergine di olive pagato a non più di 3 euro al chilogrammo agli olivicoltori su tutte le principali piazze: Lamezia Terme, Cosenza, Catanzaro e Rossano calabro.

Solo Palermo tra le piazze meridionali assicura un prezzo più elevato per l’extravergine, attestato a 4,60 euro al chilogrammo di prezzo massimo.