Coldiretti Campania rompe gli indugi e muove all’attacco dell’assessorato Agricoltura lungo la delicata linea del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 il giorno di sabato santo: il 20 aprile 2019. In quella giornata, che precede un lungo ponte, tocca a Gennarino Masiello, presidente regionale dell’organizzazione agricola in Campania e vicepresidente nazionale, rivelare con una nota stampa il contenuto di una lettera scritta direttamente al presidente della Regione Campania e assessore all’Agricoltura, Vincenzo De Luca al quale si ricorda il sostanziale fallimento della delibera di giunta sull’accelerazione della spesa, che costa qualcosa come oltre 4500 progetti imprenditoriali bloccati sulle misure a investimento e quelle dedicate ai giovani agricoltori. Passano i giorni, ma dall’assessorato non giungono repliche ufficiali sulle contestazioni mosse dall’organizzazione agricola.

Mentre nelle settimane e nei giorni precedenti erano stati dati numeri rassicuranti da Regione Campania proprio sull’avanzamento della spesa del Psr: "Abbiamo superato i 500 milioni di euro di spesa pubblica" aveva annunciato Franco Alfieri, consigliere delegato di De Luca solo il 16 aprile, alla presentazione dei lavori dalla Conferenza agricola regionale, che si terrà a breve. Ma i dati Agea Coordinamento al 31 dicembre 2018, e pubblicati da Rete rurale nazionale ai primi di gennaio 2019, parlano di una spesa già arrivata a 457,6 milioni. Quindi l'incremento della spesa in questi primi tre mesi e mezzo sarebbe di poco più di 42 milioni di euro. Rispetto ai delta positivi di fine anno un segno di decelerazione della spesa. E' questa contraddizione tra i toni caldi degli annunci dell'assessorato e i freddi numeri reali noti del Psr, che forse ha spinto Coldiretti ad uscire allo scoperto e sparare ad alzo zero sull'assessorato. Mentre resta sullo sfondo il silenzio assordante di Agea coordinamento e Rete rurale nazionale, che non diffondono dati ufficiali sui Psr italiani dall'8 gennaio 2019.
 

L'offensiva Coldiretti del sabato santo

“A distanza di oltre 8 mesi dalla loro presentazione risultano incagliate due misure chiave del Psr 2014-2020: gli ammodernamenti strutturali nelle aziende agricole (tipologia 4.1.1) e l’insediamento dei giovani agricoltori (cluster tipologia 4.1.2 con la tipologia 6.1.1)”.
E' questo l’allarme lanciato da Coldiretti Campania, nel documento inviato al presidente della giunta regionale. “La dimensione dei ritardi – scrive la Coldiretti Campania – va sommata all’assenza di iniziative per trovare la copertura finanziaria per i progetti selezionati, ma non finanziabili per carenza di risorse. Le risorse messe a bando consentiranno di finanziare circa il 10% dei progetti presentati, considerando che la media del valore dei 4.558 progetti supera i 200 mila euro”.

“Il settore agroalimentare regionale – sottolinea Masiello – è attraversato da una crisi profonda che, anche per la mancanza di governo del settore, si aggrava sempre più. Le misure cardine del Psr giacciono drammaticamente senza risposte negli uffici dell’assessorato regionale. Il tempo delle promesse è scaduto”.

“Le preoccupazioni della nostra organizzazione – si legge nella nota di Coldiretti Campania, a firma del presidente Masiello – sono aggravate dalla recente circolare emanata dall’assessorato agricoltura, che fissa al 31 maggio il termine entro cui concludere l’istruttoria dei progetti”. Un termine che Coldiretti teme non sia onorato, con conseguenze negative per le imprese agricole.

“È del tutto evidente che a distanza di quasi un anno e a situazione invariata della tecnostruttura regionale, la disposizione emanata non rasserena, ma alimenta forti perplessità in merito all’attendibilità della scadenza. La situazione disastrosa in cui versano gli uffici dell’assessorato traspare dallo stesso documento, portando a ritenere che i tempi di attesa per conoscere l’esito dell’esame dei progetti siano ancora lunghi. Si consideri infatti – ricorda Coldiretti Campania – che la delibera n. 139 del 13 marzo 2018 pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale n.26 del successivo 29 marzo, che prevedeva tempi certi e una task force che monitorasse puntualmente l’avanzamento delle istruttorie e la spesa del Psr, è stata di fatto disattesa”.