Intanto, la seconda settimana del mese vede anche il mercato pugliese all’origine lanciarsi all’inseguimento delle quotazioni all’ingrosso, incrementando i valori di 5 euro alla tonnellata. In entrambi i mercati, il grano duro fino ha raggiunto gli stessi prezzi di un anno fa.
Alla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia i valori del grano duro fino nazionale all'ingrosso hanno raggiunto ieri - 21 novembre 2018 – i 222,00 euro alla tonnellata sui minimi ed i 227,00 euro sui massimi, gli stessi prezzi di un anno fa, il 22 novembre 2017. Tali valori confermano la tendenza al rialzo che aveva fatto capolino già il 14 novembre, e che aveva interrotto la stabilità andata avanti per quattro sedute consecutive – dal 17 ottobre 2018 al 7 novembre scorso – basata sugli stessi prezzi del 10 ottobre, quando per la prima volta il grano duro fino si era attestato a 217,00 – 222,00 euro. Le quotazioni di ieri appaiono così superiori di 2 euro rispetto a quelle registrate il 3 ottobre, attestatesi a 220,00 – 225,00 euro alla tonnellata.
Ismea il 14 novembre 2018 ha rilevato sulla piazza di Foggia i prezzi all'origine per il grano duro fino a 215,00 euro alla tonnellata sui minimi e 220,00 sui massimi, ben 5 euro in più di quel 210 – 215 registrato dall’Istituto ininterrottamente dal 10 ottobre 2018 al 7 novembre scorso e gli stessi rilevati un anno fa, il 15 novembre 2017. Il 10 ottobre 2018, l’Istituto aveva rilevato invece il terzo calo consecutivo: con i prezzi al ribasso di 15 euro alla tonnellata rispetto al periodo 11 luglio - 19 settembre. Diminuisce ora il differenziale negativo tra i prezzi all'origine e quelli all'ingrosso, che torna da 9 euro alla tonnellata a 7 euro.
Bmti, continuano a calare le importazioni extracomunitarie
Borsa merci telematica italiana getta invece una luce sulle possibili cause di questa nuova tensione sui prezzi del cereale pastificabile. Nella newsletter di Bmti pubblicata a novembre e dedicata ai cereali, a margine di una disamina dei prezzi in calo ad ottobre, si legge: "Sul versante degli scambi con l’estero, si conferma in forte calo l’import di grano duro proveniente da paesi extracomunitari. Nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 28 ottobre, l’Italia ha importato poco meno di 250mila tonnellate, un volume inferiore di quasi il 60% rispetto allo stesso periodo del 2017. Un andamento su cui ha influito in primis la drastica riduzione degli acquisti dal Canada, di fatto azzerati a luglio e agosto. Segnali di crescita, invece, per l’import dalla Russia”. Una rarefazione delle scorte avrebbe potuto a questo punto influire sulla ripresa che si segnala a novembre. Una conferma in tal senso potrebbe giungere o da una ripresa degli acquisti di grano extracomunitario, o da un protrarsi della fase rialzista.Prezzi all'ingrosso
Il grano duro biologico, fissato per la prima volta alla Borsa merci di Foggia il 4 luglio 2018 a 360-365 euro alla tonnellata, valore replicato per ben diciassette sedute consecutive, punta al rialzo e raggiunge ieri nella diciottesima rilevazione dell’Osservatorio prezzi il valore di 365 euro sui minimi e 370 euro sui massimi, guadagnando 5 euro sulla settimana precedente.A Foggia il grano duro fino nazionale all'ingrosso della nuova mietitura ha messo a segno ieri la diciannovesima quotazione di stagione rilevata alla Borsa merci della Camera di commercio dall'Osservatorio prezzi: 222,00 euro a tonnellata sui valori minimi e 227,00 di prezzo massimo alle condizioni di "franco partenza luogo di stoccaggio" per il cereale in buone condizioni e con un contenuto proteico minimo del 12,5%.
Valori superiori di 3 euro rispetto al 15 novembre e maggiori di 5 euro sulle sedute del 7 novembre 2018 e del 31, 24, 17 e 10 ottobre scorsi. In quest'ultima data, i prezzi erano invece risultati in calo sulla quotazione del 3 ottobre: data fino alla quale il prezzo era rimasto fermo sui valori di 220-225 dal 25 luglio e per ben otto sedute.
La quotazione di ieri risulta superiore a quella del 23 maggio scorso di 22 euro alla tonnellata. Il prezzo di ieri risulta uguale a quello dello stesso periodo della passata campagna commerciale, poiché il 22 novembre 2017 il grano duro fino a Foggia risultò quotato a 222-227 euro alla tonnellata.
Le quotazioni dei grani duri slavati ieri sono tutte aumentate di 3 euro alla tonnellata rispetto alla seduta del 14 novembre, sia nei valori minimi che nei massimi. Il prodotto slavato da 77-78 chilogrammi ogni 100 litri di volume è stato fissato ieri a 210 euro sui minimi e 215 sui massimi. Stessa scena anche nella categoria dei grani duri slavati con peso litrico inferiore a quello del grano duro fino. Dato a 200 euro alla tonnellata sui minimi e 205 sui valori massimi il cereale da 75-76 chilogrammi di peso per ogni 100 litri. E a 190-195 euro alla tonnellata anche il grano con meno di 75 chilogrammi per 100 litri di volume.
Prezzi all'origine
Ismea ha rilevato il 14 novembre 2018 i prezzi del grano duro fino sulla piazza di Foggia alle condizioni di "franco magazzino-partenza" a 215 euro sui valori minimi e 220 euro sui massimi, in rialzo di 5 euro sulle rilevazioni del 7 novembre e su quelle 10, 17, 24 e 31 ottobre, che erano state pari a 210 – 215 euro/ton.Il 10 ottobre si era registrato un calo del 2,3% sulle valutazioni del 3 ottobre, e si era trattato del terzo movimento negativo consecutivo e per complessivi 15 euro dal 19 settembre. Infatti, il 26 settembre 2018, i prezzi all'origine del grano duro fino erano scesi sulla piazza di Foggia a 220 euro a tonnellata sui valori minimi e 225 sui massimi, attestati su valori inferiori di 5 euro rispetto al 19 settembre. Il 3 ottobre il calo era stato di altri 5 euro con un secco 215-220, quindi interveniva l'ulteriore caduta del 10 ottobre a 210-215.
I valori del 14 novembre scorso si rivelano in ogni caso maggiori di 15 euro a tonnellata rispetto al 20 giugno, quando i prezzi all'origine rilevati dall'istituto erano pari a 200,00 euro a tonnellata sui valori minimi e 205,00 sui massimi. Rispetto al 15 novembre 2017, quando Ismea rilevava su Foggia il cereale pastificabile a 215 – 220 euro a tonnellata, i prezzi del 14 novembre scorso risultano in parità.